Silvia Romano, Di Maio: “Africa Milele non informò Farnesina”

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è intervenuto durante il Question Time alla Camera dei Deputati nella giornata di mercoledì con l’obiettivo di chiarire il rapporto fra il dicastero e Africa Milele, l’associazione per la quale collaborava Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya nel 2018 e rientrata in Italia pochi giorni fa dopo la sua liberazione dalla prigionia.

La precisazione di Luigi Di Maio su Africa Milele

“L’unità di crisi del ministero degli Affari Esteri intrattiene regolari rapporti con i responsabili della sicurezza delle organizzazioni non governative e le organizzazioni della società civile – ha detto il ministro degli Esteri -. L’associazione Africa Milele Onlus, per la quale operava Silvia Romano, non rientra nelle organizzazioni iscritte nell’elenco previsto dalla Legge 125“. Il riferimento del ministro Di Maio è alla Legge 125 dell’11 agosto 2014, che indica la disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo.

“L’attività nell’ambito della quale Silvia Romano operava non è dunque destinataria di alcun sostegno della cooperazione italiana – ha sottolineato Di Maio davanti ai parlamentari presenti -. Ricordo inoltre che per l’espatrio di cittadini italiani per attività di volontariato, così come per altra ogni attività lecita, si prevedono le norme dell’articolo 16 della Costituzione, secondo cui ogni cittadino è libero di uscire dal Paese e di rientrarvi salvo gli obblighi di legge”.

“Fare massima chiarezza sulla vicenda”

“L’associazione in questione ha operato in totale autonomia, senza informare la Farnesina – ha precisato il ministro, avviandosi alla conclusione del suo intervento -, eludendo qualsiasi potere d’indirizzo e informazione dei propri associati o collaboratori sotto il profilo della sicurezza, evidenziando che la scelta di svolgere attività di volontariato non può diventare motivo di attacco personale. Mi auguro inoltre che qualora dovessero sussistere responsabilità riguardo alle procedure di sicurezza non adottate riguardo ai cooperanti la magistratura possa agire di conseguenza per fare la massima chiarezza sulla vicenda”.

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