Marcello De Angelis lascia l’incarico alla Regione Lazio: “Io messo alla gogna per un post”

Travolto dalle polemiche, alla fine Andrea De Angelis ha fatto un passo indietro. Il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio ha formalizzato “con grande tristezza” le dimissioni dal proprio incarico con una lettera al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca dopo un colloquio privato.

Il governatore le ha accettate con effetto immediato e ha ringraziato il giornalista “per il prezioso lavoro svolto finora e per il senso di responsabilità dimostrato”.

De Angelis: “Messo alla gogna per un post”

Nella lettera De Angelis ha accusato chi lo ha messo alla gogna per un post su Facebook in cui ho espresso perplessità su una vicenda giudiziaria sulla quale molti altri prima e meglio di me e in modo più autorevole, si erano pronunciati in maniera analoga”, alludendo alle polemiche suscitate dalle sue affermazioni sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980.

“Rivendico il diritto al dubbio e al dissenso anche se non posso negare di essermi espresso in modo inappropriato e per questo ho chiesto scusa’‘, ha ribadito.

Il passo indietro, ha spiegato nella lettera, sarebbe maturato per mettere al riparo la Regione e il suo presidente dalle “dure pressioni politiche” da parte degli “avversari non hanno argomenti”.

De Angelis, già portavoce della Croce Rossa, parla di “mostruosa macchina del fangoche “può stritolare chiunque e mi ha preso di mira mettendomi alla gogna rovistando nella mia vita“.

La canzone antisemita: “Un messaggio di odio”

Nella lettera De Angelis prende anche le distanze dalla canzone “Settembre nero“, composta nel 1995 insieme alla rock band di cui era il frontman, 270bis (come l’articolo del codice penale sull’associazione sovversiva con finalità di terrorismo).

Nel testo – il cui titolo allude al gruppo terroristico palestinese responsabile dell’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972 – gli ebrei vengono definiti tra le altre cose “razza di mercanti che cantano pace e stuprano donne”.

Della canzone, già nota, si era tornato a parlare negli ultimi giorni suscitando nuove polemiche e reazioni indignate per il contenuto antisemita e antisionista.

Ho pagato tragicamente per metà della mia esistenza colpe che non avevo, ma non posso affrancarmi dall’unica cosa di cui mi sento vergognosamente responsabile: aver composto in passato un testo di una canzone che considero un messaggio di odio insensato nei confronti di esseri umani senza colpa, molti dei quali sono oggi miei amici e amiche, colleghi, vicini di casa, persone che apprezzo, ammiro, a cui voglio bene e persino miei familiari”, scrive nella lettera .

“Non so se potrò mai perdonarmi per questa cosa e non mi aspetto che lo facciano altri. Non posso consentire che le mie responsabilità passate possano macchiare o offuscare lo straordinario lavoro che tante persone migliori di me stanno compiendo per il bene comune”.

Francesco Rocca, presidente Regione Lazio
Foto | Newsby – Newsby.it

La replica di Rocca: “Inaccettabili strumentalizzazioni”

Il presidente Rocca dal canto ha espresso “gratitudine per aver messo al riparo l’Istituzione che presiedo dalle inaccettabili strumentalizzazioni di queste settimane, pagando il prezzo per una canzone scritta 45 anni fa e rispetto alla quale ha manifestato pubblicamente tutto il suo imbarazzo e orrore”.

Quindi la nota personale. “Posso testimoniare in prima persona l’evoluzione della personalità di De Angelis. Un percorso di maturazione, di autoconsapevolezza e di trasformazione interiore”, scrive il governatore del Lazio alludendo al passato del 61enne, già militante del gruppo eversivo neofascista Terza Posizione e condannato a cinque anni di reclusione per banda armata.

Le reazioni: “Dimissioni dovute ma tardive”

Tra i primi a plaudire alle dimissioni di Marcello De Angelis è stata Elly Schlein. “”Finalmente, mi viene da dire. Le sentenze basta leggerle e accertano una cosa precisa: è certo che la strage di Bologna fosse una strage di matrice fascista, con la partecipazione di neofascisti e di apparati deviati dello Stato. Non essere in grado di riconoscere la matrice fascista di quella strage è un problema e non è compatibile con un ruolo istituzionale“, ha detto la segretaria del Partito democratico dal Caffè de La Versiliana a Marina di Pietrasanta.

Un passo indietro dovuto ma tardivo, secondo i familiari delle vittime della strage di Bologna. “Era ora, ha aspettato anche troppo. Erano dimissioni doverose, l’unica cosa è che sono arrivate tardi: questo è il commento di tutte le persone che mi chiamano non appena saputa la notizia delle dimissioni di Marcello De Angelis “, ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime.

Bolognesi quindi è tornato a sollecitare una presa di posizione da parte della premier. “Il problema che resta è che la Meloni non ha fatto le dichiarazioni che avrebbe dovuto fare un presidente del Consiglio, ma si è comportata come una militante di destra”.

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