Gli italiani bocciano i referendum sulla giustizia: quorum lontano

I referendum sulla giustizia non hanno raggiunto il quorum del 50% e pertanto non possono essere ritenuti validi. Questo risultato ha confermato la correttezza dei pronostici che i commentatori più cinici (o forse solo realistici) avevano formulato nei giorni precedenti. L’affluenza si è fermata a circa il 20,9%, uno dei dati più bassi di sempre.

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Nessuna festa all’interno del Comitato del No sul referendum sulla giustizia, ma tanto rammarico per dei quesiti che, secondo i promotori del No, si potevano evitare. “Si può parlare di débâcle. Questo risultato non giova chi l’ha promosso“, ha sottolineato l’Avvocato Cesare Antetomaso del Comitato del No. “Abbiamo forzato per farli fallire. Ma quando un italiano su cinque non va a votare, si dà un giudizio chiaro: chi ha promosso il referendum ha sbagliato“, ha rimarcato Alfiero Grandi. Un risultato che, secondo i promotori del Comitato del No, è chiaro: un disastro politico di grandi dimensioni. Tutti, però, sono concordi sul fatto che non c’è nulla da festeggiare e che a risentirne è lo strumento referendario.

Referendum, Calderoli: “Una casta controlla la giustizia e le istituzioni”

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È inutile nasconderlo: abbiamo perso, non ci sono storie. I numeri dimostrano che in dieci milioni hanno partecipato, gli altri non hanno inteso farlo“. Lo ha detto il senatore Roberto Calderoli durante la conferenza stampa convocata nella sede della Lega in via Bellerio a Milano per commentare l’esito dei referendum sulla giustizia. “Lunedì sera in Commissione Giustizia al Senato avremo la discussione sulla riforma Cartabia – ha spiegato -. Sono stati presentati, non solo dalla Lega, ma da tutti i partiti, inclusi quelli di Governo, più di 300 proposte di modifica. Noi intenderemo riproporre tutti gli emendamenti già presentati alla Camera e fra questi credo che vi siano anche quelli che raggiungerebbero il medesimo risultato di un eventuale referendum approvato“, ha aggiunto Calderoli, auspicando che il testo passi “con quelle riforme per cui la di possa chiamare riforma, cosa che oggi non è”.

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Secondo Calderoli, il mancato raggiungimento del quorum ai referendum sulla giustizia è imputabile a “una casta che ha il controllo non solo del mondo della giustizia, ma anche di tutte le istituzioni: dal Governo al Parlamento alla presidenza della Repubblica. Indirettamente, vediamo che (la casta, ndr) riesce a fare una forte pressione anche sugli organi d’informazione. Poi il risultato è questo“.

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Parlando di Matteo Salvini, il senatore ha dichiarato che “fin dall’approvazione dei quesiti in Corte Costituzionale“, il leader della Lega “non ha voluto personalizzare” i referendum sulla giustizia ed è “una scelta che condivido“. Calderoli ha sottolineato che “simpatie o antipatie nei confronti di un personaggio politico possono esserci e possono incidere sulla partecipazione al voto: ricordatevi del referendum sulla riforma costituzionale che è stato bocciato per i contenuti ma soprattutto perché aveva il titolo ‘riforma Renzi’“.

Referendum, Calderoli: “Complotto per non far raggiungere il quorum”

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Tornando sull’insuccesso del referendum, Calderoli ha parlato di “un complotto che ha agito con singoli soggetti, magari non in forma associativa, affinché questo quorum non potesse essere raggiunto“. Il senatore ha poi dato parte della “colpa” al Governo, perché “a maggio aveva spinto affinché si approvasse la riforma Cartabia facendo venir meno tre dei quesiti referendari“.

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Secondo Calderoli, all’insuccesso del referendum avrebbe contribuito anche “il silenzio totale” dei media e delle istituzioni. “Io ho personalmente scritto, con la cofirma degli amici Radicali, al Presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio. Non ho, ancora oggi, ricevuto neanche un” messaggio “WhatsApp o una telefonata anche solo di conforto e di supporto morale“, ha aggiunto il vicepresidente vicario del Senato.

Crippa (Lega): “Grazie Berlusconi, da altri alleati silenzio assordante”

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Anche Andrea Crippa, il vicesegretario federale della Lega, ha commentato il fallimento dei referendum sulla giustizia. In particolare, si è soffermato sull’impegno degli alleati nel corso della campagna referendiaria. “Da parte di Berlusconi e di Forza Italia qualche sostegno c’è stato, da parte di altri partiti il silenzio è stato piuttosto assordante“. Anche Calderoli ha ringraziato Berlusconi “perché ogni due giorni l’invito alla partecipazione, all’importanza della giustizia e a votare ‘sì’ l’ha fatto. Però se Berlusconi è il presidente del partito, a questo non è coincisa minimamente un’attività sul territorio da parte di Forza Italia né di Fratelli d’Italia“.

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