Ecomafie, Ciafani: “Stretta sulle intercettazioni? A rischio alcune indagini”

Questa mattina nella Sala della Regina alla Camera dei Deputati Legambiente ha presentato il suo rapporto annuale sulle ecomafie, dal titolo: “Ecomafia 2023. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”.

L’evento a Montecitorio si è tenuto tra le 9:30 e le 12:30 e ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti sia di Legambiente che di alcune fazioni politiche.

Personalità che hanno rilasciato alcune dichiarazioni, sottolineando quanto sia importante la lotta alle ecomafie per il nostro Paese.

Ecomafie, Ciafani: “Con la stretta sulle intercettazioni sono a rischio alcune indagini”

A parlare del rapporto presentato da Legambiente è stato Stefano Ciafani, presidente nazionale della stessa associazione dal 2018:

“Il rapporto Ecomafie 2023 ci ricorda che la criminalità ambientale non ha mollato la presa nei confronti del Paese. Serve mettere in campo un’azione straordinaria, visto che dobbiamo spendere 220 miliardi di euro del Pnrr. La transizione ecologica deve essere pulita anche dal punto di vista della fedina penale. Serve mettere in campo una migliore azione di controllo e su questo il Ministero dell’Ambiente deve approvare i decreti attuativi della legge sulle agenzie. Servono nuovi delitti ambientali nel codice penale per i reati più gravi”.

Il presidente di Legambiente ha, poi, aggiunto:

“L’interlocuzione con il Governo sta andando avanti. La maggioranza è molto concentrata su alcuni temi della giustizia che non vanno nella direzione della migliore repressione nei confronti delle ecomafie, perché il codice degli appalti allarga le maglie dei controlli. La stretta sulle intercettazioni potrebbe mettere a rischio alcune indagini contro la criminalità ambientale”. 

Cafiero De Raho: “Servono più risorse per forze dell’ordine”

Presente all’incontro questa mattina a Montecitorio anche Federico Cafiero De Raho, deputato del Movimento 5 Stelle.

Intercettato dai cronisti, ha così dichiarato:

“Oltre a pensare a una disciplina, vanno anche sostenute le forze dell’ordine, con risorse e una copertura finanziaria adatta. I risultati di oggi sono straordinari sul contrasto alle mafie dei rifiuti, ma c’è stata un’esplosione di costruzioni abusive. Ciò dimostra come si debba ancora intervenire. Le forze dell’ordine devono intervenire ovunque”.

Sempre parlando del rapporto presentato da Legambiente, il deputato pentastellato ha aggiunto:

“Oggi un ripensamento su alcune liberalizzazioni deve esserci, soprattutto sul sub-appalto a cascata e la cessione degli appalti che determina conseguenze negative tra cui la sicurezza sul lavoro e le intermediazioni criminali. Anche nell’assegnazione degli appalti i Sindaci sono enormemente esposti. Porre le regole non significa impedire lo sviluppo, ma tutelare i Sindaci”.

Colosimo: “Necessario inasprire le pene per reati ambientali”

Una dichiarazione sul tema ecomafie è stata rilasciata anche da Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia:

“Confermo e sostengo con forza la necessità di inasprire le pene sui reati ambientali. Questo lo dobbiamo fare innanzitutto per infliggere una botta alla criminalità organizzata, che con il traffico dei rifiuti continua a confermarci il ‘follow the money’ di Giovanni Falcone. A lui e a tutti coloro che hanno combattuto, e che combattono il traffico dei rifiuti, noi dobbiamo questo impegno. I dati mi hanno sorpreso fino a un certo punto. Essi dicono che sono 42 i Comuni negli ultimi dieci anni sciolti per mafia, per infiltrazione nel traffico illecito di rifiuti e danni ambientali”. 

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