Covid, iniziano i tamponi negli aeroporti per chi arriva dalla Cina

Alle 5:44 di stamattina è atterrato a Fiumicino un aereo proveniente da Chongqing, della compagnia Hainan Airlines. È stato il primo volo proveniente dalla Cina ad arrivare in un aeroporto italiano in seguito alla decisione di Orazio Schillaci, il ministro della Salute, di disporre un’ordinanza che prevede dei tamponi antigenici obbligatori per i viaggiatori provenienti dal Paese asiatico. I test si sono svolti in un’area dedicata e non accessibile a persone non autorizzate.

Nel corso della giornata arriveranno altri due aerei dalla Cina: il primo, proveniente da Hangzhou ed operato dalla compagnia Air China, atterrerà a Fiumicino a metà pomeriggio, mentre il secondo, della compagnia China Eastern Airlines e decollato da Wenzhou, raggiungerà l’aeroporto romano stasera.

Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, ha spiegato che “i casi positivi saranno sequenziati e posti in isolamento fiduciario“. “Se necessario, metteremo in atto tutte le iniziative previste dall’Unità di Crisi per lo scenario di rischio elevato. È stato un errore sottovalutare le notizie che provenivano da giorni dalla Cina“, ha aggiunto.

Schillaci: “Tamponi obbligatori per i passeggeri che arrivano dalla Cina, ma siamo tranquilli”

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Abbiamo fatto un’ordinanza del ministero per far sì che ci sia un’obbligatorietà dei tamponi per i passeggeri che arrivano dalla Cna. Siamo tranquilli non c’è motivo di preoccupazione ed interverremo nel caso ci fosse“, ha spiegato Schillaci al termine del Consiglio dei ministri di ieri, mercoledì 28 dicembre. “Abbiamo mandato una lettera all’Ue dove abbiamo chiesto un raccordo su le misure da adottare – ha continuato rispondendo alle domande -. I cinesi che arriveranno positivi in Italia verranno messi in quarantena. Ora ci organizzeremo con le Regioni“.

I sospetti sulla sottovariante “Gryphon”

La nuova ondata di contagi in Cina potrebbe essere legata alla sottovariante XBB 1.5 di Sars-CoV-2, nota come Gryphon. Come spiegato da Francesco Broccolo, virologo dell’Università del Salento, al momento si tratta solo di un’ipotesi, anche se supportata da quanto avvenuto negli Stati Uniti, dove la diffusione di Gryphon è aumentata del 140% nel corso dell’ultimo mese e sembrerebbe legata all’aumento dei ricoveri in ospedale. Parlando dell’allentamento delle restrizioni nel Paese asiatico, l’esperto non ha escluso che possa aver giocato un ruolo nella nuova ondata di contagi, ma ha anche ricordato che la popolazione “ha ricevuto un vaccino, il Sinovac, con una somministrazione pari a 241 dosi per 100 abitanti, pari a quella del Regno Unito“. Insomma, la maggior parte dei cinesi dovrebbe essere ben protetta dalle varianti principali del virus ed è proprio questo a rendere “l’ipotesi Gryphon” piuttosto verosimile.

 

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