Bellanova non fa dietrofront sulle sue dimissioni: “Ora serve coraggio”

Conosco lo sfruttamento, lo conosco da quando ero bambina. Io non parlo delle mie dimissioni, chiunque abbia una coscienza minimamente civile e un minimo rispetto per la dignità delle persone può stare in un governo dove per paura non si fanno scelte di coraggio?“: così la ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova in merito alle dimissioni minacciate sulla questione della regolarizzazione dei braccianti.

Bellanova: dai tempi del permesso all’ipotesi dimissioni

Basta discutere delle mie dimissioni, se sono d’ingombro lascio il campo. Ho lavorato tanto nella mia vita“, spiega. “Come ho detto al presidente del consiglio, spero ci sia una sintesi. Ho proposto a tutti di prendere atto di quello che succede nel nostro Paese. Possiamo far fronte all’emergenza sanitaria solo se diamo a queste persone il diritto di esistere. Non fare questo significa assecondare il caporalato, perché non dai un’alternativa“, dice ancora la ministra.

Teresa Bellanova insiste sulla questione, e spiega: “Il punto a cui siamo arrivati è avere la possibilità di chiedere il permesso di soggiorno attraverso un datore di lavoro. Poi pongo il tema dei cittadini ridotti in schiavitù che non hanno un datore che li accompagna in prefettura. A queste persone dobbiamo dare la possibilità di richiesta di soggiorno“.

Sui tempi del permesso, la ministra Bellanova parla di una proposta, da lei avanzata, di 6+6 mesi. Ma, spiega, “di fronte alle resistenze della ministra del lavoro che ha avanzato un mese, la ministra Lamorgese ha fatto una mediazione. Ho chiesto al presidente del consiglio di farsi attore protagonista della costruzione della sintesi perché questa non è una bandierina“.

Un faccia a faccia positivo con Conte

La ministra Bellanova, quindi, si dice soddisfatta dopo il faccia a faccia con il Premier Giuseppe Conte: “L’incontro è andato bene, perché è sempre utile avere un dialogo e confrontarsi. Noi abbiamo voluto rappresentare le nostre preoccupazioni al presidente del Consiglio che aveva avvertito la necessità di un approfondimento con noi di Italia Viva. A Conte abbiamo chiesto maggiore attenzione per tutte le forze della coalizione e farsi garante della tenuta dell’azione del governo e della costruzione della sintesi“.

Noi – insiste Bellanova – spesso siamo stati dipinti come quelli che creano problemi. Ma Conte sa che siamo quelli che, invece che puntare al consenso, hanno avanzato proposte concrete. Abbiamo chiesto di far partire i cantieri, di far ripartire le aziende con prestiti a fondo perduto e alcuni di questi interventi dovranno essere inseriti nel decreto di maggio per non orientare il provvedimento solo su assistenzialismo“.

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