Ungheria: su legge anti LGBTQ+
in arrivo lettera di infrazione dall’Ue

L’Ungheria si vedrà presentare una lettera di messa in mora da parte della Commissione europea a causa della sua legge anti LGBTQ+. Ad anticiparlo è l’Ansa, secondo cui le spiegazioni di Budapest a Bruxelles non sono state ritenute soddisfacenti. Salvo cambiamenti di rotta da parte del governo di Orban, pertanto, l’apertura di una procedura di infrazione appare inevitabile.

Il lavoro della Commissione europea contro l’Ungheria

A commentare la notizia è Dana Spinant, portavoce della Commissione europea. “Non siamo ancora nella fase in cui possiamo dire di aver inviato all’Ungheria una lettera di infrazione per la legge anti LGBTQ+. Ma non resteremo a lungo senza agire. Una lettera di messa in mora richiede tempo, e faremo annunci quando sarà il momento“, ha spiegato.

Sul caso della legge anti LGBTQ+ dell’Ungheria si è espresso il portavoce dell’Esecutivo comunitario per lo stato di diritto, Christian Wiegand. “La Commissione europea userà tutto ciò che è in suo potere per garantire che i diritti di tutti i cittadini dell’Ue siano garantiti. Non esiteremo ad agire, in qualità di guardiani dei Trattati“, ha spiegato.

Vista da Orban e dalla Ue: la legge anti LGBTQ+ al microscopio

Non abbiamo una legge conto l’omosessualità, ma una legge che difende genitori e bambini. È sempre meglio leggere prima e poi reagire“, era stata l’autodifesa di Viktor Orban. Il primo ministro dell’Ungheria aveva precisato di essere disponibile al confronto, ma non disposto a ritirare la legge in questione. “È approvata e già in vigore“, aveva sottolineato. La legge anti LGBTQ+, secondo il capo del governo magiaro, “non è in conflitto con nessun alto ideale o legge europea. Si limita a stabilire con chiarezza che solo i genitori possono decidere sull’educazione sessuale dei propri figli“.

In realtà i gruppi LGBTQ+ hanno definito fortemente discriminatoria e omofoba la legge varata in Ungheria. Feroci critiche sono arrivate anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Forti preoccupazioni nascono per l’equiparazione tra omosessualità, pornografia e pedofilia. “Va contro ogni valore fondamentale dell’Ue, ossia la dignità, l’uguaglianza, i diritti umani fondamentali“, erano state le sue parole.

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