Talebani, l’Afghanistan che resiste: dal Panshir alle proteste nelle città

Il Panshir è l’unica Provincia dell’Afghanistan a non essere finita sotto il controllo dei talebani e lì si è rifugiata la resistenza agli studenti coranici. Anche nelle città le persone manifestano, andando incontro alla repressione violenta

La valle del Panshir
Newsby Redazione 19 Agosto 2021

Nonostante l’esercito afghano si sia arreso e sia andato in rotta in pochi giorni, in Afghanistan ci sono appelli alla resistenza e piccole sacche di opposizione al regime dei talebani. C’è una Provincia, in particolare, che i talebani non sono ancora riusciti a conquistare. È la valle del Panshir, ultimo bastione della resistenza contro i nuovi padroni del paese. Come 25 anni fa, ai tempi del comandante Massoud, la provincia del Nord Est è l’unica a non essere ancora caduta in mano agli insorti. Ahmad, figlio di Massoud, conosciuto come “il leone del Panshir“, che guidò la resistenza contro l’Unione Sovietica e ucciso nel 2001 da al-Qaeda ha lanciato in questi giorni un appello alla resistenza.

La resistenza ai talebani parte dal Panshir

Nel Panshir sono confluite anche molte truppe dell’esercito regolare arresesi ai talebani e alcuni rappresentanti delle vecchie autorità. Tra cui Amrullah Saleh. Se il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani si è rifugiato negli Emirati arabi (seppur promettendo un rapido rientro), il suo vice Saleh ha raggiunto il Panshir. 

E su Twitter ha rivendicato il suo ruolo istituzionale come legittima autorità dell’Afghanistan. In passato uomo di fiducia di Massud, irriducibile nemico dei talebani e del Pakistan, di fatto si è messo a capo dell’opposizione al regime degli “studenti coranici”.

Mai, mai e in nessuna circostanza mi piegherò ai terroristi talebani“, era stato l’ultimo messaggio di Saleh prima di partire per la valle del Panshir, “mai tradirò la mia anima e l’eredità del mio eroe Ahmad Shah Massoud, il comandante, la leggenda e la guida. Mai sarò sotto lo stesso tetto con i talebani. Mai“.

Le proteste nelle piazze cittadine

Proteste spontanee si sono sviluppate in alcune città dell’Afghanistan. I talebani, nonostante le rassicurazioni dei giorni scorsi e le promesse di “moderazione”, hanno sparato sulla folla. Ad Asadabad hanno sparato contro la gente che sventolava la bandiera nazionale in occasione dell’anniversario dell’indipendenza. Secondo quanto riferito da Al-Jazeera ci sono almeno due morti e otto feriti.

A Jalalabad, dove già mercoledì le proteste erano state soffocate sparando in aria raffiche di pallottole, i manifestanti sono nuovamente scesi in piazza, andando però incontro alla repressione violenta dei talebani. Ci sarebbero almeno due feriti. I talebani, per impedire altre proteste spontanee, hanno imposto il coprifuoco.

Impostazioni privacy