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Nel giornalismo, il compito dei fixer è cruciale. Si tratta di persone che in alcune situazioni estreme, come le guerre o le inchieste sulla mafia, aiutano i professionisti dell’informazione a capire come muoversi. Conoscono bene la lingua locale e sanno quali sono le figure a cui rivolgersi per ottenere degli aggiornamenti. Dovendo lavorare a stretto contatto con loro in circostanze pericolose, i giornalisti finiscono spesso per instaurare un forte legame con i fixer. È quel che è successo anche a Sol Macaluso, una giornalista argentina che nel corso delle ultime settimane ha seguito da vicino l’evolversi delle tensioni tra la Russia e l’Ucraina.
In seguito allo scoppio delle ostilità, il fixer, impossibilitato a lasciare il Paese e intenzionato a restare a combattere, ha chiesto a Macaluso di prendere sua figlia, portarla lontana dalla guerra e prendersi cura di lei. “Per queste persone non è semplice lasciare le proprie famiglie e restare a combattere. Figuriamoci se è facile dire ‘Porta via con te mia figlia, salvala‘”. Con la voce rotta dal pianto, la giovane giornalista di Telecinco ha raccontato in diretta il dramma di Max, l’uomo che in Ucraina l’ha guidata e le ha fatto da interprete.
“Cosa gli risponderai, porterai via con te la bambina?“, ha chiesto la giornalista da studio a Sol. “Certo, ormai è mia sorella“, la risposta della giovane cronista inviata a Kiev.
Nonostante quanto affermato in diretta, Macaluso ha deciso di restare in Ucraina assieme al suo cameramen per continuare a seguire il conflitto in Ucraina. La figlia di Max, invece, andrà in Spagna assieme a Martina, un altro membro dell’equipe. La giornalista ha chiarito che tutti i componenti del suo team si sono affezionati al fixer e faranno il necessario per soddisfare la sua richiesta.
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