Sassoli sanzionato dalla Russia: “Vietato ingresso nel Paese”

Una sanzione con tanto di divieto di ingresso in Russia. L’ha decisa il governo locale nei confronti del presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, la vicepresidente della Commissione Vera Jourova e altri sei responsabili europei. Un atto che subito ha scatenato le reazioni del mondo della politica e la diplomazia italiane ed europee.

Il perché della sanzione della Russia a Sassoli

La decisione della Russia nei confronti di David Sassoli, si spiega, arriva “in risposta alle misure limitative introdotte il 2 e il 22 marzo di quest’anno nei confronti di sei cittadini russi“. Tra le prime reazioni figura quella del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Secondo quanto appreso dall’Ansa, infatti, il titolare della Farnesina ha sentito immediatamente il presidente del Parlamento europeo per esprimergli “piena solidarietà“.

Lo stesso Sassoli ha commentato la decisione della Russia su Twitter. “A quanto pare, non sono il benvenuto al Cremlino? Lo sospettavo un po’… Nessuna sanzione o intimidazione fermerà il Parlamento europeo o me dalla difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno. Come ha scritto Tolstoj, non c’è grandezza dove non c’è verità“, è stato il suo post.

Le reazioni della politica e gli altri sanzionati

Severa anche la reazione del Pd, tramite il segretario Enrico Letta. Questo il suo tweet: “Le sanzioni russe al Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, atto di ostilità senza precedenti. Il Pd tutto reagisce con durezza, a difesa della democrazia europea. E continuiamo a chiedere con ancora più forza la liberazione di #Navalny“.

La Russia ha comminato la stessa sanzione di Sassoli anche alla vicepresidente della Commissione Vera Jourova e altri sei responsabili europei. Si tratta di Ivars Abolins, presidente del Consiglio nazionale della Lettonia per i media elettronici; Maris Baltin, direttore del Centro statale per il linguaggio della Lettonia; Jacques Maire, membro della delegazione della Francia all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa; Jörg Raupach, capo della procura di Berlino; Osa Scott, capo del laboratorio di chimica, biologia, radiazioni e sicurezza nucleare dell’istituto di ricerca di difesa della Svezia; Ilmar Tomusk, capo del dipartimento per il linguaggio dell’Estonia.

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