Qatargate, Giorgi avrebbe confessato. Media: gestiva i contanti

Si infittisce la maxi-inchiesta sul Qatargate e dai quotidiani cominciano a filtrare indiscrezioni sugli interrogatori in corso. Davanti agli inquirenti belgi, Francesco Giorgi, compagno della ormai destituita vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili, avrebbe confessato di aver fatto parte di un’organizzazione utilizzata dal Marocco e dal Qatar allo scopo di interferire e condizionare gli affari europei. Lo riporta il quotidiano francofono belga Le Soir, in base a documenti visionati insieme a La Repubblica, secondo cui il suo ruolo era quello di gestire i contanti.

L’interrogatorio di Giorgi

Durante l’interrogatorio, l’assistente dell’Unione europea avrebbe anche indicato di sospettare che Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&D, avrebbero preso soldi tramite Antonio Panzeri.
Il Marocco sarebbe coinvolto nella vicenda di sospetta corruzione attraverso il suo servizio di informazione esterna, la Dged.
In base ai documenti consultati dalla fonte, Panzeri, Cozzolino e Giorgi sarebbero stati in contatto con la Dged e con Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia.

Media: coinvolti almeno 60 eurodeputati

Intanto, si è aperta una nuova pista investigativa nella maxi-inchiesta, di cui i principali indagati rischiano di essere solo una punta di un iceberg. Secondo l’emittente privata greca Mega Tv, sarebbero oltre 60 gli eurodeputati nel mirino dell’indagine condotta dalla giustizia belga. Si tratterebbe, per la maggior parte, di eurodeputati appartenenti alle famiglie politiche dei Socialisti & Democratici, del Partito popolare europeo e di altri partiti di sinistra.

Bruxelles blocca gli accordi con il Qatar: oggi il voto

È atteso per oggi il voto del Parlamento europeo sulla risoluzione che impone lo stop di tutti i dossier legislativi che riguardano il Qatar nel timore che posano essere stati influenzati, ma anche una stretta sulla trasparenza dei gruppi di “amicizia” con l’emirato. Nella risoluzione, siglata da tutti i gruppi, il Parlamento europeo “denuncia con la massima fermezza i presunti tentativi del Qatar di influenzare deputati, ex deputati e personale del Parlamento europeo attraverso atti di corruzione, che costituiscono una grave interferenza straniera nei processi democratici dell’Ue“. Chiede quindi “una commissione speciale incaricata di identificare potenziali carenze nelle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità e corruzione e di presentare proposte di riforma, basandosi sul lavoro della commissione per gli affari costituzionali e sulle migliori pratiche in altri parlamenti“. Impegna, inoltre, a “istituire una commissione d’inchiesta al fine di indagare su casi di corruzione e comportamenti scorretti da parte di Paesi terzi cercando di acquisire influenza nel Parlamento europeo“.

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