Pena di morte, in Alabama prima esecuzione con azoto

Domani l’Alabama potrebbe diventare il primo Stato al mondo a giustiziare un condannato con l’azoto puro, un sistema del tutto sperimentale finora mai usato sugli esseri umani e considerato inaccettabile anche dai veterinari per l’abbattimento degli animali. Fatta eccezione per i maiali, che però devono essere sedati. La Comunità di Sant’Egidio è scesa in campo per salvare la vita di Kenneth Smith, 59 anni, da 34 nel braccio della morte nella prigione di Holman per aver ucciso nel 1988 Elizabeth Sennett su commissione del marito, un pastore con debiti che voleva riscuotere il premio dell’assicurazione e che poi si è tolto la vita.

Questo orrore non è accettabile”, ha detto ieri in conferenza stampa Mario Marazziti, cofondatore della World Coalition Against the Death Penalty, di cui fa parte anche Sant’Egidio. “L’uso dell’azoto potrebbe fissare un nuovo standard di disumanità nel mondo“.

Il protocollo di oltre 40 pagine prevede che il condannato indossi una maschera attraverso cui respirare azoto assoluto in modo da privarlo dell’ossigeno fino alla morte per soffocamento. Si tratta della cosiddetta ipossia da azoto.Ho paura che le cose vadano male”, ha confessato l’uomo.

Il caso di Kenneth Smith

Al processo la giuria votò 11 a uno per l’ergastolo, ma il giudice – utilizzando una norma abolita nel 2017 e non più in vigore in nessuno Stato degli Usa – annullò il verdetto  condannando a morte Smith. Il primo tentativo oltre un anno fa con un’iniezione letale andò male, trasformandosi in una vera tortura: gli operatori gli trafissero mani e braccia per più di un’ora con la siringa ma non riuscirono a trovare la vena, dovendo sospendere l’esecuzione prima dello scoccare della mezzanotte, ora in cui sarebbe scaduta la validità del mandato di esecuzione. Ora l‘Alabama ci riprova con un metodo alternativo mai sperimentato prima.

Da sette anni i difensori dell’uomo hanno tentato, senza successo, tutte le strade per ottenere una revisione della condanna. La scorsa settimana un giudice federale ha respinto la richiesta di fermare l’esecuzione. Gli avvocati hanno fatto ricorso e ora l’ultima speranza è riposta nella Corte suprema anche se ormai appare improbabile un accoglimento dell’appello.

Mario Marazziti della Comunità di Sant'Egidio
Mario Marazziti durante la conferenza stampa della Comunità di Sant’Egidio | Foto santegidio.org – Newsby.it

Sant’Egidio: “L’Europa boicotti l’Alabama se non ferma il boia”

L’appello di Sant’Egidio per impedire l’esecuzione di Smith si aggiunge a quello di altre associazioni per i diritti umani. Per fermare il boia in Alabama, la Comunità ha lanciato una petizione. Bisogna evitare che l’Alabama si macchi di una vergogna indelebile, entrando nella storia per questo barbaro primato”, ha spiegato Mazzariti, ricordando come “proprio in questo Stato partirono le grandi campagne per la conquista dei diritti civili negli anni ’60 guidate da Martin Luther King. Qui ci fu lo sciopero dei bus dopo la protesta di Rosa Parks, la marcia di Selma”.

Se l’appello dovesse cadere nel vuoto, Sant’Egidio invita al boicottaggio economico dello Stato “perché ogni soldo italiano o europeo impiegato in Alabama andrà a vantaggio di un sistema che ritiene tale esecuzione un fatto normale. E tutto ciò va contro le politiche italiane e europee per fermare la pena di morte nel mondo”. Quindi “l’Italia, l’Europa, ma anche le imprese dovrebbero protestare, disincentivando il turismo, gli investimenti, insomma indebolendo i rapporti economici con questo Stato”.

L’esecuzione con azoto puro: “Una pena crudele”

Oltreché in Alabama, l’azoto è stato approvato come metodo di esecuzione in Mississippi e Oklahoma, che per primo lo ha introdotto nel 2015 come alternativa alle iniezioni letali per ovviare alle difficoltà di reperire i farmaci per le iniezioni letali a causa del boicottaggio da parte delle case farmaceutiche internazionali.

Come spiega Sant’Egidio nell’appello, “il suo impiego nelle esecuzioni configurerebbe una sperimentazione sull’uomo che è eticamente vietata. Anche il protocollo sull’uso dell’azoto nelle esecuzioni, pubblicato recentemente dall’Alabama, rivela, secondo molti osservatori, che lo Stato non sa a quali sofferenze vada incontro il condannato e che rischia di infliggere una pena crudele e inusuale, in contrasto con l’ottavo emendamento della Costituzione“.

La pena di morte negli Stati Uniti
La pena di morte negli Stati Uniti | Fonte deathpenaltyinfo.org – Newsby.it

La pena morte negli Stati Uniti

Attualmente sono 29 gli Stati negli Usa che hanno abolito o sospeso la pena di morte. Secondo i dati del Death Penalthy Information Center, nel 2023 le condanne a morte sono state 21 mentre le esecuzioni sono state 24, in crescita rispetto alle 18 del 2022. Un aumento dovuto alla Florida di Ron DeSantis, che lo scorso anno ha registrato il numero più alto di esecuzioni (sei) dal 2014. Un dato comunque in netto calo se confrontato con il picco registrato nel 1999, quando le persone giustiziate erano state 98.

La pena di morte si concentra in un pugno di Stati. Lo scorso anno le esecuzioni sono avvenute in soli cinque Stati: Alabama (2), Missouri (4), Oklahoma (4), Florida (6) e Texas (8). E solo sette Stati hanno emesso sentenze di condanna a morte nel 2023 (Alabama, Arizona, California, Florida, Louisiana, North Carolina), il numero più basso degli ultimi venti anni.

Come nota l’Ong, gran parte dei detenuti giustiziati nel 2023 probabilmente non verrebbe condannata a morte se il processo si celebrasse oggi, grazie alle modiche legislative intervenute negli ultimi due decenni e al decisivo cambiamento nell’opinione pubblica nei confronti della pena capitale. Otto condannati su dieci messi a morte lo scorso anno erano affetti da qualche forma di disturbo mentale, inclusi malattia psichiatrica, disabilità intellettiva, danni al cervello e gravi traumi infantili dovuti ad abusi. Senza contare la questione razziale. Nove detenuti sui 24 giustiziati lo scorso anno erano afroamericani e nell’80% dei casi la vittima era bianca.

Sempre più americani contro la pena capitale

Una fetta crescente della popolazione negli Stati Uniti si oppone alla pena di morte. Secondo un sondaggio Gallup condotto nel 2023, il 50% degli americani ritiene che la pena di morte sia eseguita ingiustamente contro il 47% che si dice a favore. Anche il presidente Usa Joe Biden, a differenza dello sfidante alla Casa Bianca Donald Trump, sostiene l’abolizione della pena capitale. Eppure la scorsa settimana il dipartimento di Giustizia ha annunciato che chiederà di giustiziare un suprematista bianco, il 19enne Payton Gendron, che nel maggio del 2022 ha aperto il fuco in un supermarket di Buffalo, nello Stato di New York, uccidendo dieci afroamericani.

Impostazioni privacy