L’Ungheria esclusa dai fondi Erasmus: storia del famoso programma europeo

Il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di escludere temporaneamente l’Ungheria dai programmi Erasmus Plus e Horizon Europe (quest’ultimo riservato alla ricerca). Nello specifico, sono stati sospesi i finanziamenti verso le università divenute, sotto il governo di Viktor Orbàn, fondazioni private guidate da personaggi vicini al partito di maggioranza.

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Questo nuovo modello di gestione, che ha coinvolto la stragrande maggioranza degli atenei ungheresi, per Bruxelles è inconciliabile con un uso corretto e trasparente dei fondi Erasmus. È la prima volta che il Consiglio dell’Unione Europea congela denaro destinato a uno Stato membro per violazione dello Stato di diritto, e l’Ungheria si trova ora a dover rimpiazzare i fondi europei con fondi nazionali per portare a termine i progetti già avviati.

Cos’è l’Erasmus

Una dura presa di posizione dell’Unione europea le cui conseguenze peseranno soprattutto sugli studenti ungheresi. Ma cos’è l’Erasmus+ e cosa prevede? Si tratta del programma dell’Ue per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport in Europa. Lo scorso 20 settembre la Commissione europea ha festeggiato i 35 anni del programma, che secondo le stime di Bruxelles ha coinvolto 13 milioni di persone dalla sua nascita nel 1987. Il nome deriva dall’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam, che trascorse diversi anni in viaggio attraverso l’Europa per poter comprendere le differenti culture che la compongono. Dal 2014, il programma ha assunto il nome di Erasmus+ e il suo ambito di intervento si è esteso anche a formazione, gioventù e sport.

Gli obiettivi

Tra gli effetti positivi del programma di mobilità, vi sono il miglioramento di conoscenze e competenze trasversali grazie all’esperienza unica che consiste nel vivere, studiare o formarsi all’estero. Il programma inoltre contribuisce a rafforzare nei partecipanti la fiducia in se stessi e l’indipendenza, stimola la curiosità, facilita la comprensione delle altre persone e crea un senso di appartenenza, rafforzando l’identità europea. I partecipanti infatti scoprono culture diverse e costruiscono reti di relazioni interpersonali e professionali con persone di altri Paesi. Ciò favorisce la loro occupabilità e la loro partecipazione attiva nella società. Negli anni le aree di intervento del programma sono cresciute e oggi offre opportunità di mobilità e cooperazione nei settori dell’istruzione superiore, dell’istruzione e formazione professionale, dell’istruzione degli adulti e della scuola (compresa l’educazione e la cura della prima infanzia), del personale giovanile e sportivo.

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Immagine | Pixabay @ StockSnap

Il programma 2021-2027

Il programma è entrato nel settennato 2021-2027, in cui si pone un forte accento sull’inclusione sociale, sulla transizione verde e digitale e sulla promozione della partecipazione dei giovani alla vita democratica. Il suo bilancio è stimato a 26,2 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto ai finanziamenti garantiti al programma precedente (2014-2020). Il 70% del bilancio sosterrà le opportunità di mobilità per tutti: si punta a raggiungere persone di età diverse e provenienti da contesti culturali, sociali ed economici diversi. Inoltre l’obiettivo è focalizzarsi sulle persone con minori opportunità, comprese le persone con disabilità, difficoltà scolastiche o provenienti da un contesto migratorio, ma anche su coloro che vivono in zone rurali e remote. Si prevede che circa 10 milioni di persone, tra cui studenti, professori, insegnanti e formatori in tutti i settori, parteciperanno ad attività di mobilità all’estero nel corso del programma.

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