Domanda su Trump, Trudeau rimane in silenzio per 23 secondi

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Ventitré secondi di silenzio: è quanto ha impiegato il premier canadese Justin Trudeau prima di dare una risposta a un giornalista che gli chiedeva un commento sulle parole di Donald Trump, che ha auspicato un intervento dei militari contro chi sta manifestando, in tutti gli Stati Uniti, dopo la morte di George Floyd. Un momento di forte imbarazzo durante la conferenza stampa del primo ministro del Canada, che nella sua risposta ha preferito non parlare del presidente statunitense, preferendo mettere l’accento sulla situazione legata a razzismo e discriminazione nel suo Paese.

“Dolore e costernazione, ma anche in Canada abbiamo le nostre sfide”

Questa la domanda del cronista in conferenza stampa: “Lei è stato restio a commentare le parole e le azioni del presidente degli Stati Uniti, ma ora Donald Trump invoca un’azione militare contro i manifestanti. Abbiamo visto gas lacrimogeno usato sui manifestanti per permettere al presidente di farsi fotografare in posa. Vorrei chiederle cosa ne pensa e, se non vuole commentare, quale messaggio pensa di dare a riguardo”.

Chiusa la domanda, Trudeau ha riflettuto esattamente per ventitré secondi, dopodiché ha deciso di non parlare di Trump, lanciando invece un messaggio ai suoi connazionali: “Osserviamo tutti con orrore e costernazione quello che succedendo negli Stati Uniti. È il momento di unire le persone, è il momento di ascoltare. È il momento di capire quali ingiustizie vadano avanti negli anni e nei decenni nonostante il progresso. Ma è anche il momento, per noi canadesi, di riconoscere che abbiamo le nostre sfide, che i canadesi neri e vittime di razzismo fanno i conti con la discriminazione ogni giorno”.

“C’è ancora tanto da fare”

“In Canada esiste una discriminazione sistemica – ha spiegato Trudeau –, vale a dire che il nostro sistema tratta i canadesi di colore, i canadesi vittime di razzismo, in modo diverso rispetto agli altri. È qualcosa che molti di noi non vedono ma è una realtà per i canadesi vittime di razzismo. Dobbiamo capirlo e agire, non solo in quanto governo ma dobbiamo capirlo in quanto canadesi”.

“Dobbiamo essere alleati nella lotta contro la discriminazione. Dobbiamo ascoltare, dobbiamo imparare e dobbiamo impegnarci per sistemare le cose, per capire come possiamo essere parte della soluzione che sistemi le cose. Questo governo ha fatto parecchie cose negli ultimi anni ma c’è ancora tanto da fare e andremo avanti. Perchè vi vediamo, vediamo voi e la discriminazione che i canadesi vittime di razzismo vivono ogni giorno” ha poi concluso il premier.

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