
Le autorità indagano all'esterno del museo ebraico di Washington dopo l'attentato | Photo by Sdkb licensed under CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en) - Newsby.it
I testimoni hanno riferito di aver sentito diversi colpi di pistola e di aver visto il sospettato fuggire a piedi. Le prime indagini hanno portato all’arresto di un uomo di 30 anni
Un tragico attentato ha scosso Washington, D.C., dove due membri dell’ambasciata israeliana sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco all’esterno del Jewish Museum. La notizia è stata confermata dalla segretaria per la sicurezza interna degli Stati Uniti, Kristi Noem, che ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime e ha sottolineato l’impegno delle autorità nel perseguire il colpevole.
L’incidente e le indagini a Washington
L’incidente è avvenuto mentre i due diplomatici, un uomo e una donna, si trovavano nei pressi del museo. I testimoni hanno riferito di aver sentito diversi colpi di pistola e di aver visto il sospettato fuggire a piedi. Le prime indagini hanno portato all’arresto di un uomo di 30 anni, identificato come Elias Rodriguez, originario di Chicago. La responsabile della polizia metropolitana di Washington, Pamela Smith, ha dichiarato che le indagini sono in corso e che gli agenti stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza nella zona.
La reazione internazionale
Il museo ebraico, situato in una zona centrale della capitale, stava ospitando un evento culturale al momento della sparatoria. La notizia dell’attentato ha suscitato immediatamente una reazione di orrore e indignazione, non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Il governo israeliano ha condannato fermamente l’atto, definendolo un “depravato atto di terrorismo antisemita“. Danny Danon, inviato di Israele alle Nazioni Unite, ha dichiarato che colpire diplomatici e membri della comunità ebraica implica l’aver oltrepassato “una linea rossa” e ha sottolineato la necessità di una risposta ferma da parte della comunità internazionale.
Secondo le autorità, il sospettato avrebbe gridato frasi a sostegno della causa palestinese durante l’arresto, aggiungendo un ulteriore elemento di tensione al già complesso panorama geopolitico. La sparatoria è stata rapidamente etichettata come un tragico esempio di radicalizzazione e violenza legata all’antisemitismo.
Le conseguenze e le reazioni locali
Il presidente statunitense Donald Trump ha commentato l’accaduto attraverso un post sui social media, esprimendo la sua condanna nei confronti dell’antisemitismo e degli atti di violenza che, secondo lui, non hanno posto nella società americana. Le sue parole hanno trovato eco in numerose reazioni a livello internazionale, con leader di diverse nazioni che hanno espresso solidarietà a Israele e alle famiglie delle vittime.
L’episodio ha anche sollevato interrogativi sulla sicurezza delle ambasciate e dei diplomatici, nonché sulla crescente preoccupazione per la sicurezza delle comunità ebraiche in tutto il mondo. In un momento in cui le tensioni geopolitiche sono già alte, questo attacco rappresenta un ulteriore motivo di allerta per le autorità di sicurezza.
Le indagini sono attualmente nelle fasi iniziali e si prevede che le autorità di Washington collaboreranno con l’FBI e altre agenzie federali per approfondire le circostanze dell’accaduto. Diverse organizzazioni ebraiche hanno già espresso la loro preoccupazione per l’aumento della violenza antisemita e hanno chiesto misure più severe per garantire la sicurezza delle comunità.