Lavoro, Clai tende una mano ai giovani: “Sono il nostro futuro”

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Intervenuto al Cibus di Parma, la fiera emblema del Made in Italy, Pietro d’Angeli, direttore generale di Clai, ha puntato l’obiettivo sull’importanza dei giovani per il futuro italiano e di come l’azienda sia riuscita ad assumere 21 persone in piena pandemia.

L’ad di Clai: “Abbiamo bisogno di giovani con fame di conoscenza”

I giovani sono il nostro futuro– ha affermato D’Angeli- spesso è usato come slogan, ma deve essere fatto da cose vere, fatti veri.” Proprio i ragazzi, che hanno visto precipitare i livelli di occupazione negli ultimi anni, sono la chiave per la ripresa del Paese.
Il direttore generale ha poi esposto il progetto di Clai dedicato proprio ai giovani, raccontando dell’inserimento di laureati neolaureati tecnologie alimentari attraverso percorsi formativi e percorsi di crescita.
“I ragazzi sono indispensabili – ha ribadito d’Angeli – abbiamo bisogno di giovani che abbiano fame di conoscenza. Al tempo stesso, noi, non più giovani, abbiamo dobbiamo trasmettere il nostro sapere la nostra tradizione la nostra conoscenza. Non si tratta di un semplice passaggio di consegne ma della creazione di cose nuove”.

“La nostra porta è sempre aperta”

Pietro D’angeli ha poi raccontato come, nonostante il difficile periodo legato alla pandemia e al lockdown, siano riusciti a evitare la cassa integrazione agli oltre 500 dipendenti dell’azienda, oltre ad aver assunto 21 persone nuove dall’inizio dell’anno.
Pietro d’Angeli, a testimonianza di questa filosofia aziendale che punta a dare spazio e opportunità ai più giovani, ha raccontato la storia di Gabriele Gardini un laureando in Tecnologie Alimentari. Gardini chiese e ottenne di fare una tesi di laurea proprio sul salame senza conservanti prodotto dall’azienda. Laureato con il massimo dei voti, Gardini venne in seguito assunto da Clai con l’obiettivo di creare un nuovo salame senza conservanti. Due anni dopo, l’Imola 1962, presentato per la prima volta quest’anno al Cibus, porta anche la sua firma. Una bella storia che vuole sottolineare come “la nostra porta è sempre aperta”.

 

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