Lagarde, allarme Bce: “Ripresa incerta, Recovery Fund cruciale”

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L’impatto della pandemia di Coronavirus si fa ancora sentire in tutta l’area euro. Sebbene l’attività economica dell’Area Euro sia rimbalzata nel terzo trimestre, la ripresa rimane incompleta, incerta e disomogenea“. Lo afferma senza giri di parole Christine Lagarde, presidente della Bce, in audizione alla commissione Econ del Parlamento europeo.

Come il Coronavirus incide ancora sull’Europa

Un clima di generale apprensione da parte della cittadinanza, che secondo Lagarde sta avendo effetti anche sulla ripresa delle attività economiche nell’Unione: “La spesa dei consumatori è aumentata, ma i consumatori rimangono cauti a causa dell’ansia riguardo al proprio lavoro e alle prospettive di reddito. La domanda più debole e l’elevata incertezza continuano a pesare sui piani di investimento delle imprese. In questo contesto, i programmi di mantenimento del posto di lavoro e le garanzie nazionali sui prestiti bancari rimangono fattori di fondamentale importanza per ridurre l’incertezza e attenuare l’impatto della pandemia“.

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Tutto questo si traduce in una difficoltà generalizzata in tutta l’Unione Europea per quanto riguarda il Pil degli Stati membri. Una situazione che, spiega Lagarde, sarà destinata a proseguire per oltre due anni: “Secondo le ultime proiezioni della Bce, la crescita del Pil reale annuo sarà pari a -8% nel 2020. Sarà del 5% nel 2021 e del 3,2% nel 2022. Si prevede che il Pil reale dell’area euro dovrebbe tornare ai livelli pre-crisi solo alla fine del 2022. Ma la forza della ripresa resta fortemente dipendente dall’evoluzione della pandemia di Covid-19 e dal successo delle politiche di contenimento“.

L’economia è anche rallentata dai problemi riscontrati dai sistemi sanitari degli Stati dell’Unione. “La crisi della sanità pubblica – osserva Lagarde – continuerà a pesare sull’attività economica e pone rischi al ribasso per le prospettive economiche. L’inflazione annuale nell’area euro si è attestata al -0,2% in agosto e dovrebbe rimanere negativa nei prossimi mesi. Il personale della Bce prevede che l’inflazione annuale aumenti gradualmente, da una media dello 0,3% nel 2020 a una media dell’1% nel 2021 e dell’1,3% nel 2022“.

Le politiche monetarie della Bce

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Ecco perché sarà fondamentale l’unità nell’Unione Europea, e anche un intervento da parte della Banca Centrale Europea che è già partito: “Le misure di politica monetaria che abbiamo adottato dall’inizio di marzo – insiste Christine Lagarde – stanno fornendo un sostegno cruciale alla ripresa economica e stanno contribuendo a salvaguardare la stabilità dei prezzi a medio termine. Senza le nostre misure, dovremmo affrontare una contrazione economica più profonda e una riduzione dell’inflazione più severa“.

La presidente della Bce illustra dunque come si sta procedendo in questi difficilissimi mesi: “Abbiamo avviato con una dotazione iniziale di 750 miliardi di euro a marzo. Questa è stata aumentata di 600 miliardi di euro a giugno per un totale di 1.350 miliardi di euro“. Da Christine Lagarde anche un’ulteriore promessa agli Stati dell’Unione: “Con il Pepp effettueremo acquisti di attività nette almeno fino alla fine di giugno 2021. E, in ogni caso, fino a quando la crisi sarà terminata. Nell’attuale contesto di elevata incertezza, il Consiglio direttivo continua a essere pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti. Questo servirà a garantire che l’inflazione si avvicini al suo obiettivo in modo sostenuto, in linea con il suo impegno per la simmetria“.

Lagarde: appello ai governi europei

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C’è però anche una richiesta da parte della Bce, strettamente legata al Recovery Fund e a come esso sarà recepito dagli Stati della Ue. “Le misure adottate finora dai governi nazionali e dalle istituzioni europee rafforzano le nostre politiche monetarie. La richiesta del Parlamento (europeo, ndr) per una risposta europea ambiziosa è stata ascoltata dai leader europei. Ora – sottolinea Lagarde – sarà importante garantire che i fondi del Next Generation Eu siano utilizzati non solo in modo tempestivo, ma anche in modo da rafforzare la crescita a lungo termine e da sostenere gli obiettivi comuni dell’Ue“.

Next Generation Eu potrebbe essere proprio il punto di svolta di cui l’Europa ha bisogno, in termini di modernizzazione, resilienza e prosperità“, è l’auspicio finale di Christine Lagarde.

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