Giornata mondiale del latte: in Italia quasi al 100% di auto-approvvigionamento

La Giornata mondiale del latte venne introdotta nel 2001 dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza del latte come alimento e sottolineare l’importanza del settore lattiero-caseario.

“Ben venga la celebrazione della Giornata mondiale del latte che valorizza e salvaguarda il latte quello vero nell’interesse delle persone, dell’ambiente e della salute” afferma Paolo Zanetti, presidenti di Assolatte in occasione della ricorrenza.

“Siamo dalla parte della natura e della filiera – continua Zanetti – e contro la produzione e la diffusione dei cibi sintetici, realizzati in laboratorio con colture di cellule Ogm o tessuti animali coltivati in vitro. Prodotti innaturali e per questo nemici dell’ambiente”.

Filiera del latte in salute, ma allarme dall’emergenza in Romagna

Con un valore della produzione di circa 5,5 miliardi nella fase agricola e 16.5 miliardi di quella commercializzata per la fase della trasformazione, il settore lattiero caseario è uno dei settori trainanti dell’agroalimentare italiano.

“Solo per il latte bovino la filiera italiana è composta da oltre 30mila allevamenti, – ricorda l’Associazione italiana lattiero-casearia – da migliaia di impianti che ogni giorno raccolgono, lavorano e commerciano prodotti ricercati in tutto il mondo”.

Mucca
Foto | Unsplash @Jan Huber – Newsby.it

“La grave emergenza che ha travolto l’Emilia Romagna nelle scorse settimane con allevamenti completamente isolati e scorte di fieno e acqua terminate, devono far riflettere su quanto sia importante impegnare congrue risorse investendo su ricerca e nuove tecnologie, affinché si possano fronteggiare i mutamenti climatici e per tutelare questo prezioso alimento attraverso aiuti concreti agli allevatori italiani” afferma Confagricoltura.

L’offerta di latte bovino nazionale è aumentata sensibilmente negli ultimi anni e l’Italia, dal 2015 ad oggi, è passata dal 75% a poco meno del 100% di auto-approvvigionamento, raggiungendo una quasi sostanziale autosufficienza e con una produzione pari a quasi 13 milioni di tonnellate di consegne – quella di latte ovicaprino si attesta stabilmente alle 500mila tonnellate annue -.

Ma c’è una minaccia dietro l’angolo e arriva dai laboratori industriali. “Dopo la carne e il pesce in provetta arriva anche il latte sintetico con Israele che si appresta a diventare uno dei primi Paesi al mondo a vendere veri e propri prodotti lattiero caseari senza mucche” afferma Coldiretti.

Si tratta però di una novità bocciata da quasi tre italiani su quattro, con il 72% dei cittadini che non mangerebbe cibi sintetici ottenuti in laboratorio e solo il 18% la proverebbe mentre il 10% non sa e ha quindi bisogno di più informazioni. Questo emerge dall’indagine condotta da Tecnè.

Inoltre “Gli allevatori hanno spinto le produzioni con maggiori investimenti, soprattutto in innovazione, qualità e benessere animale, raggiungendo standard ormai conseguiti in precedenza. Il mercato ha premiato questi sforzi e ha chiesto più latte nazionale, anche nel periodo della pandemia” afferma Confagricoltura.

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