Energia, “rischio aumento bollette superiore a Pnrr”: ecco due soluzioni

Il governo vuole intervenire presto e in maniera drastica per affrontare il problema del caro energia e soprattutto dell’aumento delle bollette che sta mettendo in ginocchio aziende e anche intere famiglie. Con le parole del ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che in tal senso suonano particolarmente sinistre. “I costi rischiano di superare l’intero Pnrr“, ha dichiarato a ‘La Stampa’.

Il Piano Marshall ieri: “Oggi non basta”

La transizione ecologica deve essere giusta – ha osservato il responsabile dell’omonimo dicastero –. Deve essere sostenibile ovviamente sul piano ambientale, ma anche su quello economico“. E il ministro Cingolani non ha nascosto la propria preoccupazione: “L’aumento del costo dell’energia rischia di superare tutto il Pnrr già l’anno prossimo. Quindi il cosiddetto Piano Marshall non è una soluzione sufficiente. Bisogna saperlo sfruttare“.

Il Piano Marshall originario si verificò in Italia e nel resto del Continente tra il 1947 e il 1952. Si trattò di un piano statunitense che puntava ad aiutare la ripresa in Europa dopo i disastri della Seconda Guerra Mondiale. Prese il nome dal Segretario di Stato di allora, George Marshall, e per quanto riguarda l’Italia portò nelle nostre casse 1204 milioni di dollari. Uno snodo fondamentale per il nostro Paese, come potrebbe esserlo quello attuale. Tanto che, circa un anno fa, Milena Gabanelli nel suo ‘Dataroom’ ne analizzò i parallelismi con il Pnrr. L’aumento dei costi dell’energia, però, rischiano di far saltare il banco.

Energia e transizione: le due direzioni in cui intervenire

Il Governo intende dunque agire in due direzioni. La prima è più immediata, e punta a dare respiro alle tasche degli italiani. Già nel Consiglio dei Ministri del 10 febbraio si lavorerà su un nuovo decreto, che dovrebbe dare vita a nuovi sconti sulle bollette. A beneficiarne dovrebbero essere famiglie povere e piccole e media imprese, e interessante è anche capire come il Paese sosterrà queste spese. I fondi provengono infatti dallo stesso settore dell’energia, trattandosi del frutto del gettito delle aste delle quote di emissione di CO2.

Contestualmente, però, bisogna accelerare anche sulla transizione ecologica in senso più stretto. E su questo punto il ministro Cingolani è stato chiaro: “Entro il 2030 dobbiamo raddoppiare le nostre fonti di energia rinnovabili. Questa è la transizione, e dobbiamo affrontarla senza ideologismi. Dico questo sottolineando che non sono un nuclearista. L’Italia ha detto già no due volte con altrettanti referendum. E su questo punto non possiamo tornare indietro, quindi non possiamo guardare al nucleare di terza generazione. Quello odierno, insomma, presente oggi in Francia. Ma nemmeno va ignorato che ne esiste uno di quarta generazione. Questo genera pochissime scorie, e almeno ricerca e sviluppo in questo settore andrebbero fatti“.

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