Una delle norme più discusse riguarda l’assenza ingiustificata del lavoratore. Se questa si protrae oltre i termini previsti dal contratto collettivo nazionale o, in mancanza di specifiche, per più di quindici giorni, il rapporto di lavoro verrà considerato risolto per volontà del lavoratore
Il Ddl Lavoro, collegato alla legge di Bilancio, ha ricevuto 81 voti favorevoli, 47 contrari e un astenuto, trasformandosi ufficialmente in legge. Il testo introduce una serie di disposizioni che mirano a riformare diversi aspetti del mercato del lavoro, sollevando però non poche polemiche. Ecco le principali novità.
Le novità del decreto legge
Dimissioni per assenze ingiustificate
Una delle norme più discusse riguarda l’assenza ingiustificata del lavoratore. Se questa si protrae oltre i termini previsti dal contratto collettivo nazionale o, in mancanza di specifiche, per più di quindici giorni, il rapporto di lavoro verrà considerato risolto per volontà del lavoratore.
Questo nuovo meccanismo di “dimissioni in bianco” elimina l’obbligo delle dimissioni telematiche e rischia di privare i lavoratori di alcune tutele, come l’accesso alla Naspi, suscitando forti critiche da parte dei sindacati.
Contratti di somministrazione e stagionali
La legge amplia le possibilità di utilizzo dei contratti di somministrazione, escludendo dal tetto del 30% dei dipendenti a tempo indeterminato numerose categorie di lavoratori. Tra queste: i dipendenti assunti a tempo indeterminato dalle agenzie per il lavoro, quelli impiegati in startup, attività stagionali, spettacoli e sostituzioni temporanee, oltre ai lavoratori over 50. Inoltre, si elimina l’obbligo di causali per la proroga dei contratti a termine di disoccupati che ricevono ammortizzatori sociali da almeno sei mesi. Per quanto riguarda i contratti stagionali, la nuova normativa amplia la loro applicazione anche ad attività che affrontano intensificazioni temporanee di lavoro o esigenze tecnico-produttive legate ai cicli stagionali.
Lo smart working
In tema di smart working il Ddl stabilisce che i datori di lavoro debbano comunicare al Ministero del Lavoro, entro cinque giorni, i nominativi dei dipendenti coinvolti in questa modalità di lavoro e la durata del periodo.
Apprendistato e periodi di prova
Il disegno di legge prevede la possibilità di trasformare l’apprendistato di primo livello in altre tipologie più avanzate, come quello professionalizzante o di alta formazione, agevolando così la transizione verso competenze più elevate. Inoltre, ridefinisce la durata del periodo di prova nei contratti a termine: tra 2 e 15 giorni per contratti fino a sei mesi e fino a 30 giorni per quelli di durata superiore.
Rateizzazione dei debiti contributivi
Dal 1° gennaio 2025, aziende e lavoratori autonomi potranno rateizzare i debiti contributivi verso Inps e Inail in un massimo di 60 rate mensili.
Visite mediche e tessere di riconoscimento
La normativa introduce l’obbligo di visita medica per i lavoratori che riprendono l’attività dopo un’assenza per malattia superiore a 60 giorni, solo se ritenuto necessario dal medico competente. Inoltre, vengono abrogate alcune norme relative ai tesserini di riconoscimento nei cantieri edili, semplificando gli obblighi per i datori di lavoro.
“L’approvazione di questo disegno di legge da parte del Parlamento è il completamento di un anno che ha visto il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali impegnato su più fronti in materia di politiche del lavoro. Tante azioni all’insegna della semplificazione, della stabilità dell’occupazione e della sua qualificazione, anche in termini di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che perseguono un solo obiettivo: tenere al centro del nostro impegno il lavoro, le imprese e i lavoratori“, ha affermato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone. “Sul provvedimento c’è stata un’ampia discussione e che ha visto accogliere anche istanze provenienti dall’opposizione. Il mio ringraziamento va a tutti coloro che ne hanno accompagnato l’iter parlamentare“, ha aggiunto.