Non solo Padova, gli altri siti patrimonio dell’Unesco del 2021

Il ciclo pittorico di Padova del Trecento è patrimonio dell’Unesco. Il via libera è arrivato oggi da Fuzhou, in Cina, dove si è tenuta la 44esima sessione del Comitato del Patrimonio mondiale dell’Unesco, che valuta le candidature per l’iscrizione alla World Heritage List. Nuove iscrizioni sono attese per il 28 luglio.

Padova, il ciclo pittorico del ‘300

Dell’elenco, come detto, fa ora parte la Padova Urbs Picta, che comprende tutto il ciclo pittorico di otto edifici e complessi monumentali nel centro storico della città. Fra questi ci sono anche la Cappella degli Scrovegni di Giotto e gli affreschi di Palazzo della Ragione. Rientrano poi opere dei pittori Pietro e Giuliano da Rimini, Guariento di Arpo, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona. Si tratta del secondo sito Unesco della città veneta dopo l’Orto Botanico.

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La Cappella degli Scrovegni a Padova (Wikimedia Commons)

Unesco: Montecatini e le terme d’Europa

Ma Padova non è l’unica. Sempre oggi, infatti, è diventata patrimonio dell’umanità anche Montecatini Terme. La località toscana rientra infatti in una candidatura transnazionale che coinvolge ben 11 città in sette Paesi europei. Si tratta delle ‘Great Spas of Europe’, le grandi città d’acqua d’Europa, ossia un gruppo di stazioni termali rappresentative di un fenomeno culturale e sociale nato durante l’Illuminismo e che si è sviluppato fino agli anni ’30 del 1900.

Oltre a Montecatini, gli altri siti sono quelli di: Baden bei Wien (Austria); Spa (Belgio); Frantiskovy Lazne, Karlovy Vary e Marianské Lazne (Repubblica Ceca); Vichy (Francia); Bad Ems, Baden-Baden e Bad Kissingen (Germania); Bath (Regno Unito).

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Uno scorcio di Bath, nel Regno Unito (Wikimedia Commons)

Il faro di Cordouan sull’Atlantico

È di oggi anche l’ingresso nel patrimonio dell’Unesco anche del faro di Cordouan. La struttura si trova a sette chilometri di distanza dalla costa sul plateau de Cordouan, alla foce della Gironda, estuario formato dalla confluenza della Garonna e della Dordogna nell’oceano Atlantico. La sua costruzione risale al periodo compreso fra il 16esimo e il 17esimo secolo ed è realizzata in blocchi di pietra calcarea bianca. Il faro di Cardouan è opera dell’ingegnere Louis de Foix. È stato infine ristrutturato dall’ingegnere Joseph Teulère nel 18esimo secolo.

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Il faro di Cordouan, in Francia (Wikimedia Commons)

Mathildenhöhe a Darmstadt

Rientra nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco anche Mathildenhöhe, l’Altura di Matilde a Darmstadt, nella regione tedesca dell’Assia. Qui hanno vissuto e prodotto le loro opere numerosi membri della cosiddetta Colonia di Darmstadt, un gruppo di artisti appartenenti alla corrente dello Jugendstil. La Colonia è nata nel 1897 per volere del granduca d’Assia, Ernst Ludwig von Hessen. La Colonia si è poi espansa grazie alle esibizioni internazionali degli anni successivi: nel 1901, 1904, 1908 e 1914. Gli artisti del gruppo realizzavano le loro opere grazie ai finanziamenti dei mecenati e collaboravano spesso insieme ai loro colleghi, con i quali condividevano lo stesso gusto estetico.

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Mathildenhöhe a Darmstadt, in Germania (Wikimedia Commons)

Hima è patrimonio dell’Unesco

Infine, il Comitato del Patrimonio mondiale dell’Unesco ha accettato la candidatura dell’area culturale di Hima, nella provincia di Najran in Arabia Saudita. Si tratta di un sito di arte rupestre risalente a circa 7mila anni fa. Le migliaia di incisioni raffigurano animali, piante, ma anche scene di caccia e di vita quotidiana. Queste immagini rupestri sono tornate alla luce attorno alla metà degli anni ’50 del 1900.

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Una pittura rupestre a Hima, in Arabia Saudita (Wikimedia Commons)
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