British Museum, scoperto fantasma su antica tavola babilonese

La più antica raffigurazione al mondo di un fantasma ha fatto la sua apparizione al British Museum di Londra. La scoperta sensazionale porta la firma di Irving Finkel, uno dei massimi assirologi al mondo, nonché esperto della scrittura cuneiforme e curatore del Dipartimento del Vicino Oriente al British Museum. La tavoletta protagonista della vicenda risale a 3500 anni fa e appartiene alla raccolta del museo. Lo annuncia in un’intervista al The Guardian lo storico, autore del volume “The First Ghosts. Most Ancient of Legacies di Finkel“, pubblicato da Hodder & Stoughton, in uscita l’11 novembre.

British Museum, la più antica raffigurazione di un fantasma

Rovinata e difficilmente leggibile, la tavoletta mostra i segni del tempo, ma sullo sfondo è ancora possibile intravedere due figure. Secondo Finkel, esse rappresentano due fantasmi: uno spirito in vita e una donna. Quest’ultima guida lo spirito di un uomo con la barba, legando una fune invisibile direttamente ai suoi polsi. Tutto fa pensare a una sorta di guida per esorcisti, ideata per liberarsi dei fantasmi che perseguitano i viventi, individuando il motivo per cui i defunti sono tornati a manifestarsi. Una scritta presente sulla tavoletta fornisce inoltre le istruzioni necessarie per allestire un rituale in grado di scacciare il fantasma e favorire serenamente il suo rientro nell’aldilà.

Finkel: “Oggetto antico assolutamente spettacolare”

Nonostante i Babilonesi non nutrissero speciale timore verso i fantasmi, si rendeva talvolta necessario l’intervento di un mago o un esorcista. E forse, proprio nella biblioteca di un mago, era custodita questa preziosa tavoletta. Si tratta di un “oggetto antico assolutamente spettacolare“, e che era stato finora sottovalutato, ha spiegato Finkel al Guardian. “Ovviamente è un fantasma maschio, ed è infelice. Possiamo immaginarci che un fantasma alto, magro e barbuto che si aggirava per casa, abbia dato sui nervi alle persone che ci abitavano. Il fatto è che ciò di cui questo fantasma aveva bisogno era un’amante“. Lo si evince, ha spiegato lo storico, dalle scritte che accompagnano il disegno e che illustrano nei dettagli il rituale e che si trovano sul retro della tavoletta.

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