Zerocalcare diserta il Lucca Comics and Games

Michele Rech, in arte Zerocalcare, celebre fumettista e autore di due serie televisive popolari su Netflix – Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo – ha annunciato su Instagram che quest’anno non parteciperà al Lucca Comics & Games, tra le più grandi fiere del mondo dedicate a fumetti, serie tv, cinema e giochi, perché l’edizione di quest’anno è patrocinata dall’ambasciata israeliana in Italia.

Infatti è da diversi giorni che, nel mondo dei fumetti, si discute del patrocinio in seguito ai bombardamenti di Israele sulla striscia di Gaza, che continuano da oltre due settimane e che si stanno intensificando.

Israele giustifica i propri bombardamenti come reazione all’attacco compiuto il 7 ottobre dal gruppo radicale palestinese Hamas, il quale governa la Striscia di Gaza: un attacco senza precedenti sia per estensione dell’operazione, che per numero di persone uccise e per il modo in cui è stato compiuto.

Zerocalcare non partecipa a Lucca Comics and Games

In questo contesto sono tanti i fumettisti hanno detto di sentirsi a disagio nel partecipare a un evento patrocinato da Israele che, nel caso del Lucca Comics & Games, il patrocinio è stato concesso diversi mesi fa e non prevede uno stanziamento di fondi da parte del Paese. Inoltre è affiancato a quello di altre istituzioni come il consolato statunitense di Firenze e il ministero degli Esteri italiano.

Zerocalcare
Foto | Wikimedia Commons @Elitre – Newsby.it

Zerocalcare, che è da anni uno dei fumettisti più acclamati e attesi al Lucca Comics & Games, dall’inizio della sua carriera come fumettista ha espresso molto spesso la sua vicinanza alla causa palestinese e in passato ha anche visitato la Striscia di Gaza, stringendo legami con colleghi e amici che ci vivono ancora.

A pochi giorni dall’inizio della manifestazione, che attira ogni anno centinaia di migliaia di persone, ha scritto su Instagram: «Senza troppi giri di parole: Purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema. In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco – il minimo davvero – che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare li dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire».

Inoltre il fumettista si è scusato con la propria casa editrice e con tutti i lettori e lettrici, sottolineando che per lui non si tratta di una gara di radicalità e che la sua assenza non dev’essere intesa come una contestazione nei confronti dei fumettisti israeliani Asaf e Tomer Hanuka, che hanno disegnato la locandina dell’edizione 2023 della manifestazione e saranno ospiti tra decine di altri autori, registi e attori internazionali. «Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese», ha aggiunto.

Sempre su Instagram ha spiegato: «Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire.

Sono stato a Gaza diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione»

Bao Publishing, la casa editrice che detiene i diritti delle opere di Zerocalcare, ha scritto online che appoggia la scelta del fumettista e che «se ne sobbarca serenamente le conseguenze, confidando nella comprensione anche dei lettori e dei visitatori della fiera. Spiace che, se qualche giorno fa l’organizzazione si fosse espressa pubblicamente per chiarire i dubbi e le perplessità che hanno portato parte dell’opinione pubblica addirittura a invocare il boicottaggio di Lucca, forse i toni della polemica sarebbero stati più gestibili, e non si sarebbe dovuti arrivare a tanto. Da un grande evento popolare derivano grandi responsabilità, e quella di comunicare con il proprio pubblico, soprattutto in un momento drammatico e di grandissima incertezza, non è tra quelle che si possono ignorare».

In seguito all’annuncio di Zerocalcare, Lucca Comics & Games ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui spiega che il patrocinio «è stato ricevuto, come molti dei patrocini che in questi anni hanno affiancato il festival, per riconoscere il valore del nostro programma culturale. Questa attribuzione istituzionale deriva da un lavoro durato quasi un anno, un progetto che ha coinvolto due artisti noti e apprezzati in Italia e nel mondo, come Asaf e Tomer Hanuka, ai quali Lucca ha dedicato una mostra e ha affidato l’immagine di un’edizione imperniata sul tema Together, all’insegna della condivisione di quei valori che da sempre ci guidano: rispetto, comunità, inclusione e partecipazione».

Nel comunicato si legge che l’organizzazione ha riflettuto molto sulla possibilità di rinunciare al patrocinio, ma ha ritenuto che «sarebbe un atto poco responsabile nei confronti non solo delle istituzioni e delle realtà appartenenti al nostro ecosistema, ma anche per tutti i partecipanti».

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