Scuola, manifestazioni in tutta Italia: “Stabilizzazione e sicurezza”

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“Stabilizzazione dei precari, investimenti nella scuola, lezioni in sicurezza. Sono queste le richieste di insegnanti e sindacati del mondo della scuola, riuniti in diverse città d’Italia con l’obiettivo di porre l’accento, davanti alle istituzioni, nei confronti dei problemi che gravano pesantemente sul settore dell’istruzione. L’iniziativa di protesta, denominata ‘Apriti Scuola’, ha preso il via davanti alla sede del Miur, in viale Trastevere a Roma, ma la mobilitazione ha coinvolto diverse altre città italiane, come Napoli, Torino e Milano.

La protesta a Roma: “Basta con il precariato”

Uno dei temi più caldi della manifestazione è quello della stabilizzazione dei docenti precari: “Esiste una Direttiva europea, percepita anche dalla legge italiana, che prevede la stabilizzazione dopo 36 mesi – racconta uno degli organizzatori della manifestazione di Romama molti di noi sono precari da sei, dieci, vent’anni e saranno costretti ad affrontare un concorso per volere della ministra dell’Istruzione, che consideriamo non competente, invece di essere stabilizzati. Mancano circa 200mila docenti in tutta Italia e non ci vogliono stabilizzare: ci vogliono fragili”.

“Da un punto di vista didattico sono problemi che la scuola ha sempre avuto – sottolinea un altro docente –. Negli ultimi anni sono sempre stati fatti tagli. Non è possibile che anche in un periodo difficile come questo siano dati soldi ad aziende che hanno sede legale nei paradisi fiscali e alla scuola non si dia nulla”.

Anche la didattica a distanza finisce sotto accusa: “L’istruzione è importante in un periodo di emergenza – dicono i manifestanti – ma con la didattica a distanza abbiamo avuto un peggioramento della qualità dell’insegnamento“.

La protesta a Napoli: “Fermare la scuola vuol dire fermare il Paese”

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Anche a Napoli, dove il personale scolastico ha manifestato in Piazza del Plebiscito, il tema principale è quello della stabilizzazione dei lavoratori precari: “Lo sciopero è per chiedere più personale – afferma Carmine Sgambati, segretario generale Uil Campania. Bisogna rimettere anche a posto i plessi scolastici, sono necessari investimenti: fermare la scuola è come fermare il Paese. Siamo qui affinché la scuola possa ripartire in sicurezza per tutti”.

“C’è bisogno di maggiori investimenti per avere a settembre una scuola sicura che possa svolgere il suo ruolo all’ìinterno del paese – gli fa eco Ottavio De Luca, segretario generale Fly Cgil Campania -. È necessaria la stabilizzazione dei precari per avere un organico adeguato“.

La protesta a Torino: “Aule anti-Covid inefficaci”

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A Torino, dove già nei giorni scorsi si erano svolte manifestazioni simili, il tema centrale è la didattica dopo il ritorno in aula previsto a settembre. I manifestanti hanno sottolineato l’inadeguatezza, secondo il loro punto di vista, delle misure anti-Covid previste dal governo. “Cinquanta persone sono due classi, un istituto superiore ha mille persone, pensate cosa sarà con il distanziamento sociale – dicono i manifestanti -. Il problema è questo: o si investe in strutture e in organici o ci sarà un taglio del 50% del quadro orario, non c’è alternativa”.

Nodo centrale, anche nel capoluogo piemontese, la richiesta di maggiori risorse: “Chiediamo al governo che investa in strutture e organici, quanto fatto finora non è sufficiente – affermano i docenti -. Chiediamo attenzione sulla scuola, prima di tutto sulla sicurezza. I provvedimenti non bastano, non ci sono le risorse necessarie. La didattica a distanza è servita, è stato un modo per non allontanarsi, ma non è didattica”.

La protesta a Milano: “Servono più risorse”

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Anche a Milano, sotto l’Arco della Pace, si è svolta la manifestazione dei delegati sindacali per lo sciopero della scuola. Le sigle Flc Cgil, Uil Scuola e Snals hanno radunato una cinquantina di docenti precari per “chiedere maggiori risorse al governo in vista della ripartenza di settembre”. Risorse che nel decreto scuola sono di 1,5 miliardi di euro, ma che secondo i sindacati “dovrebbero essere almeno 7 o 8 miliardi. Se si pensa che solo i plexiglass, di cui si è tanto parlato, costerebbero 800 milioni, si fa presto a capire che le risorse sono poche”. “Rimandato anche a data da destinarsi”, aggiungono i delegati, “il concorso che avrebbe permesso le nuove assunzioni utili per la ripartenza a settembre”.

 

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