Rifugiati afghani in Italia: “Non si può vivere sotto i talebani”

[scJWP IdVideo=”CT1qhfZQ-Waf8YzTy”]

Prosegue il trasferimento dei Rifugiati afghani in Italia. In arrivo, infatti, a Fiumicino nel pomeriggio altri 14 bambini disabili del centro “Pro bambini di Kabul”, 5 suore della missione carità e un sacerdote tratti in salvo dai militari italiani. La Difesa ha messo in campo per l’operazione Aquila Omnia, pianificata e diretta dal COVI Comando Operativo di Vertice Interforze, comandato dal Generale Luciano Portolano, 8 aerei, 3 KC767 che si alternano tra l’area di operazione e l’Italia e 5 C130J, questi ultimi dislocati in Kuwait, da cui parte il ponte aereo per Kabul.

Le reazioni di due rifugiati afghani

Sono contento di essere arrivato in Italia. Menomale che sono fuggito dall’Afghanistan, perché adesso i talebani stanno girando casa per casa. Gli italiani ci hanno molto aiutato. Ringrazio tutto l’esercito e i militari italiani, dice un uomo. Questo è invece è il commento di una mamma: Sono davvero grata al governo e al popolo italiano di averci aiutato a uscire dal Paese, dall’Afghanistan. Oggi tutto il mondo, ogni persona sa cosa succede in Afghanistan. La situazione è critica per la sicurezza e le donne. La gente non può vivere sotto il regime dei talebani. Eravamo sicuri che il governo e i militari ci avrebbero aiutati a lasciare il Paese con un trasporto tranquillo. Siamo davvero grati alle persone che ci hanno aiutati e che ci hanno permesso di raggiungere un luogo tranquillo come questo. Adesso sono in Italia e vivrò in Italia.

Impostazioni privacy