Pappalardo fa flop: Gilet Arancioni in piazza, aderiscono solo in 50

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Il generale fa flop. Antonio Pappalardo, che in questi mesi ha fatto discutere per le sue visioni negazioniste sulla pandemia da Coronavirus, ci riprova. Ma questa volta a Roma sono ben pochi ad aderire alla sua iniziativa, con i microfoni che si rivelano quasi più numerosi e invadenti rispetto ai dimostranti.

Le richieste (inascoltate) del Generale Pappalardo

Resta infatti vuota la manifestazione convocata a Roma da Gilet Arancioni e Forza Nuova. L’intenzione era quella di riunirsi a piazza Bocca della Verità per contestare le nuove restrizioni adottate dal governo per prevenire il contagio da Covid-19. Dopo un’ora dall’avvio dell’iniziativa, però, in piazza sono presenti sotto al palco appena una cinquantina di persone. Tra loro, insieme all’ex generale Antonio Pappalardo, c’è Giuliano Castellino (leader di Forza Nuova).

Proprio Pappalardo poi interviene, circondato da una manciata di persone. “Qui ci sono due fronti contrapposti – afferma –. Da una parte ci sono coloro che dicono che il Coronavirus è pericolosissimo. Che c’è una pandemia e bisogna fare il lockdown. Poi c’è l’altro fronte, che è il nostro. Noi diciamo che il Coronavirus è sì pericoloso, ma non è una pandemia. E non bisogna attuare il lockdown. Però loro hanno in mano il governo, la magistratura, le forze di polizia, la stampa. Noi non abbiamo nessuno, abbiamo solo il web“.

Gilet Arancioni e dittature: il paragone che non attecchisce

E Pappalardo insiste, tornandosela a prendere con opinione pubblica e governo: “Noi vogliamo dire che vorremmo essere invitati anche noi da Vespa, dalla Gruber e da altri. Vogliamo far sentire la nostra campana. Tanto è vero che quando Conte a gennaio disse che stava arrivando questo Covid, sostenne che non sarebbe entrato in Italia. Ma ci sono stati 35 mila morti, quindi questo signore non ha saputo affrontare la malattia“.

Ma non è l’unica teoria balzana che rimbalza da Piazza Bocca della Verità. Non manca, infatti, anche un paragone (nel corso di uno degli interventi sul palco) tra l’Italia e “le dittature del Sudamerica e dei Paesi dell’Est“. “Ci meraviglia che nessuno se n’è accorto, ma soprattutto molti non si sono accorti nemmeno di non essersene accorti“, è un altro pasticcio logico e linguistico che si sente anche dire. Ma questa volta, intorno a Pappalardo (stavolta con mascherina) e i suoi, le orecchie all’ascolto erano davvero poche.

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