Palermo, lavoratori dello spettacolo in protesta: “Noi senza ossigeno”

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Sono scesi in piazza a Palermo gli operatori dello spettacolo che, a causa della pandemia, non lavorano da un anno. Si tratta di professionisti che abbracciano diversi settori: dall’allestimento tecnico, tecnologico e scenografico, al noleggio e l’installazione di attrezzature e impianti. Che comprendono audio, video, luci, strutture, palchi, coperture, costumi, servizi di facchinaggio. Presenti anche gli addetti alle biglietterie.

Palermo, la richiesta alla Regione: “Ci ascoltino, abbiamo idee”

Un settore “falcidiato dalla crisi pandemica e dai pochi aiuti che sono arrivati dal governo“, evidenzia il sindacato Fedas Sicilia, che ha organizzato la manifestazione. E le istanze presentate in piazza a Palermo sono chiare: “Noi rappresentiamo tutte le aziende del mondo dello spettacolo. Siamo coloro che forniscono le attrezzature, le noleggiano e le montano. Chiediamo al governo regionale di incontrarci“.

Vogliamo spiegare chi siamo e chiedere che ci diano una mano, un aiuto – spiega il rappresentante Fedas nel corso della manifestazione di Palermo –. Abbiamo bisogno dell’ossigeno per ripartire. Abbiamo famiglie, leasing, mutui. Non riusciamo più a sopravvivere. Ci devono ascoltare. E poi abbiamo tante, tante idee per la ripartenza. Il nostro ufficio tecnico è formato da ingegneri specializzati nel mondo dello spettacolo. Loro possono collaborare con la Regione Sicilia, aiutando tutti“.

Mondo dello spettacolo in ginocchio: “Così moriamo”

Il grido di allarme e la richiesta di aiuto che arrivano da Palermo sono assordanti. “Stiamo parlando di un sostegno concreto per una vera ripartenza. Dobbiamo ripartire, non riusciamo più a rimanere fermi. Così moriamo“.

Concetti espressi in maniera chiara e inequivocabile anche dal palco. “Aziende e operatori dello spettacolo ignorati“, si legge in un enorme cartellone portato in piazza a Palermo dai manifestanti Fedas. “Noi diamo voce a tutto il mondo dello spettacolo, come è successo già nel Veneto. Quello che lanciamo è un grido di aiuto. Non possiamo ripartire senza un aiuto. Tutti sono stati aiutati, e noi saremo gli ultimi a riaprire“, sono le urla che si sentono dal megafono.

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