Il mondo dello spettacolo scende in piazza, proteste da Nord a Sud

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“Mario Draghi dacci il tavolo, Mario Draghi dacci il reddito”. È questo uno degli slogan dei manifestanti che meglio interpreta il senso delle contestazioni di piazza da parte del settore dello spettacolo, che hanno avuto luogo nella giornata di martedì nelle principali città italiane. Obiettivo dei manifestanti, infatti, è quello di invitare il nuovo governo al dialogo diretto con i rappresentanti del settore, in seria difficoltà a causa dele restrizioni anti-Covid. E di provvedere a ulteriori ristori per le categorie in difficoltà.

La protesta a Roma: corteo da Largo Argentina a Montecitorio

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A Roma, la manifestazione ha previsto un corteo da Largo Argentina a Montecitorio. Gli artisti hanno anche portato una lettera, indirizzata a Mario Draghi, per invitare il nuovo governo non solo a promuovere la ripartenza dello spettacolo, ma anche ad adottare riforme strutturali. “Il settore non funziona da tantissimi anni, perché moltissimi di noi non sono nemmeno considerati lavoratori e lavoratrici” hanno spiegato gli organizzatori.

Sulla facciata del Teatro Argentina i contestatori hanno affisso uno striscione con su scritto: “Solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori senza reddito”. Attori, musicisti e artisti di ogni genere hanno fatto sentire la voce di un settore fermo da ormai un anno a causa della pandemia.

Milano, manifestanti del settore dello spettacolo sotto la Prefettura

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A Milano le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo hanno protestato sotto la sede della Prefettura per chiedere misure di sostegno al reddito adeguate al periodo di emergenza. Una ripartenza totale del settore, con aiuti concreti per tutti gli spazi culturali e l’apertura di un tavolo interministeriale che coinvolga lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura. “È necessaria una riforma strutturale che coinvolga tutto il settore, il mondo dell’arte è in lutto hanno dichiarato i promotori del presidio milanese.

I manifestanti a Torino: “600mila lavoratori senza tutele”

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Tanti i manifestanti anche a Torino. “Incassiamo la solidarietà dei lavoratori del Teatro Carignano che oggi apriranno le porte del teatro a tutti coloro che non sono tutelati e ci permetteranno di tornare dentro un luogo di cultura e di solidarietà” ha dichiarato Elio Balbo, rappresentante dei lavoratori del mondo dello spettacolo.

“Oggi è un anno che è stato sospeso il pubblico spettacolo, il problema è duplice – ha aggiunto -. La pandemia ha fatto venire al pettine tutti i nodi storici della professione: 600mila lavoratori sono senza alcuna tutela, le istituzioni non si son fatte carico di questa situazione. Hanno fatto poco per i lavoratori. Non hanno adottato le misure adeguate”.

A Napoli anche il ricordo di chi non c’è più

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L’esterno del Teatro Mercadante di Napoli ha fatto da cornice alla protesta del settore dello spettacolo nel capoluogo campano. “I numeri ormai non fanno più effetto, e allora forse ha più senso raccontare qualche storia – ha esordito Luca Iervolino, attore e rappresentante dei Si-Cobas Spettacolo -. Bisognerebbe conoscere quella di Adriano Urso, un pianista jazz che si era messo a fare il rider, ed è morto d’infarto spingendo la sua auto mentre lavorava. O forse dovremmo ricordare Omar, un compagno che ci aveva avvisati: ‘Resisto fino a dicembre’. Ha resistito fino a tre giorni fa, poi si è sparato un colpo in testa”.

“Siamo in piazza per ribadire che esistiamo – ha aggiunto Salvatore Cosentino, del coordinamento campano ‘Lavoratori dello spettacolo’ -. Pensiamo sia necessario aprire un tavolo interministeriale perche questo settore va rivoluzionato, non si può solo sopravvivere. Sappiamo che in questo momento non si può riaprire tutto ma devono mettere i lavoratori nelle condizioni di andare avanti”.

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