Gino Strada è morto, aveva 73 anni: addio al fondatore di Emergency

Gino Strada si è spento a 73 anni. Le prime conferme sono arrivate da voci vicine alla famiglia del medico, attivista, filantropo, fondatore di Emergency.

La vita di Gino Strada, dall’università all’attivismo

In base alle prime informazioni circolate sulla vicenda, Gino Strada si trovava in questi giorni in Normandia. Nato a Sesto San Giovanni il 21 aprile 1948, da tempo soffriva di problemi di cuore. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1978, si specializzò in Chirurgia d’Urgenza. Ma all’attività da medico ha sempre accompagnato l’impegno politico e sociale, sin dal ruolo nel Movimento Studentesco negli anni universitari.

Dopo le prime esperienze ospedaliere a Rho, la sua carriera proseguì all’estero: Stanford e Pittsburgh negli Usa, Città del Capo in Sudafrica. Ma la vita di Gino Strada cambiò nel 1989, quando fu assunto dal Comitato internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia-Erzegovina. Da questa esperienza nacque Emergency, la sua associazione umanitaria internazionale fondata nel 1994.

La missione di Emergency e le ultime battaglie

Emergency nacque a sostegno delle vittime della guerra in ogni angolo del mondo e per il contrasto alle mine antiuomo. Nel corso degli anni tantissime sono state le iniziative di sostegno alle attività della onlus, con personaggi celebri che hanno prestato il loro volto a sostegno della nobile causa di Gino Strada. Che, a sua volta, ha contribuito alla diffusione delle tante missioni di pace mettendoci la faccia e partecipando in prima persona a svariate iniziative.

Attivo nella vita pubblica italiana e mondiale fino all’ultimo giorno, aveva anche detto la sua sull’emergenza Coronavirus. “Non ne usciremo prima di 2-3 anni“, aveva preconizzato a Lucia Annunziata, ospite del suo ‘Mezz’ora in più’ su Rai3 nel mese di dicembre 2020. E sul vaccino aveva affermato: “Certamente mi vaccinerò. Ma penso ci sia un pericolo. Non tanto quello della corsa al vaccino, quanto la competizione sul mercato. Sappiamo quanto questa possa determinare scelte e comportamenti sul piano sanitario. Il tema è delicato, e credo non lo si stia affrontando con la necessaria attenzione”. E anche nel giorno coinciso con la sua morte, è uscito un articolo a firma Gino Strada. Lo ha pubblicato ‘La Stampa’, sul dramma dell’Afghanistan e di Kabul.

Un ultimo segno del passaggio sulla Terra di un grande uomo. Che non poteva che salutarci riportando l’attenzione di tutti sugli ultimi. Ciò che per Gino Strada ha rappresentato la priorità assoluta, fino alla fine.

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