Ogni anno il 15 marzo di celebra la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare. A Torino alcune giovani donne hanno raccontato la propria esperienza. “È un momento in cui ognuna di noi può dar voce al dolore, può dire che esistiamo, che non siamo invisibili, che guarire si può, è un percorso lungo ma in fondo al tunnel c’è la luce che ognuna di noi merita“, ha spiegato Letizia, che ha sofferto e soffre tutt’ora a causa dei disturbi alimentari. “Mi sono ammalata nel 2017, avevo soltanto voglia di perdere qualche kilo, non ho passato il test di Medicina e a un certo punto è tutto avvenuto piano piano ma anche a cascata, continuavo a dimagrire e ad avere comportamenti disfunzionali, volevo sparire dall’universo. Dopo un po’ mi è stato detto di farmi curare alle Molinette e lì ho capito che c’era una sofferenza profonda da curare, è un percorso lungo e a volte dico che non guarirò mai. Affidatevi ai medici, fidatevi di loro, anche quando non volete, andate alle sedute, perché il dolore merita di essere ascoltato“.
“Si sa che ci sono dei trattamenti che vanno migliorati perché le pazienti non hanno ancora delle cure efficaci. La possibilità è con psicoterapia e l’mdr, terapie centrate sul trauma, e terapie biologiche, come la stimolazione magnetica transcranica. C’è stato un aumento del 30-40% che però si va ad aggiungere agli anni precedenti. Soprattutto giovani ma anche con esordi dopo i 18 anni” così il professore Giovanni Abbate Daga, esperto di disturbi alimentari alle Molinette di Torino, nella Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla.
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