Fase 2, gioie e dolori: i sorrisi di chi riapre, la rabbia di chi non può

Una data da ricordare, senz’ombra di dubbio, questo 18 maggio 2020. La data dell’inizio ufficiale della Fase 2, della riapertura delle attività commerciali al dettaglio, insomma, una nuova normalità dopo 10 settimane di lockdown e un Paese intero che si è fermato in tutte le sue forme, economiche e sociali.
Una Fase 2 annunciata a gran voce dalle istituzioni, in primis il Presidente del Consiglio, con tutte le raccomandazioni del caso e al termine di un accordo quadro con le regioni (seppur in Campania il governatore Vincenzo De Luca abbia rinviato il tutto di una settimana).

E’ stata però una giornata complicata, perchè alla gioia di chi ha riaperto, seppur in “modalità ridotta”, si è frapposta la rabbia di chi ha deciso di mantenere le serrande chiuse, per non parlare di chi è sceso in piazza per protestare contro disposizioni evidentemente limitanti per il proprio esercizio.

Insomma un lunedì di fuoco, che riassumiamo in questa carrellata.

Riaprono negozi dopo coronavirus, ma c’è chi resta con serrande abbassate

Mancano poche ore alla fine del lockdown per l’emergenza coronavirus che ha costretto un Paese intero a chiudere tutto e a restare fermo. Lunedì 18 è il giorno che vede molte aziende ripartire, certo con la dovuta sicurezza, ma in pochi sorridono. Questa è la storia di Giulio Anticoli, il suo è un negozio storico di abbigliamento in viale Somalia a Roma, con oltre 60 anni di storia, e che ha deciso di lasciare le serrande abbassate lunedì. “Noi oggi ci troviamo a dover aprire le nostre aziende andando in pasto ai nostri creditori e non abbiamo nessun strumento economico efficace a disposizione per far fronte a questo”.

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Fase 2, ristoratori romani riaprono nell’incertezza, dipendenti a rischio

“Ho fatto tornare la metà dello staff, perché non so come va: una parte l’ho reintegrata dal sostegno dello stato e una parte ce l’ho lasciata”. Leonardo Starace, proprietario dell’osteria Da Oio, denuncia l’incertezza di una riapertura in una fase 2 ignota, che non gli ha permesso, almeno per ora, di richiamare l’intero staff del ristorante. Disagi anche sulle norme igieniche, con i dettagli delle norme che sono stati pubblicati a ridosso di stamattina: “uno non sa neanche come muoversi. Poi abbiamo i controlli dei vigili, se non si sanno bene le disposizioni giuste non può diventare un supplizio di contravvenzioni”.

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Roma, i negozianti a San Pietro in protesta: “Non riapriamo”

Se le celebrazioni all’interno della Basilica di San Pietro hanno riaperto i battenti, lo stesso non può dirsi per i negozi attorno al Vaticano. Serrande abbassate per “assenza di turismo”, causa principale per indurre i titolari delle attività a decidere di non riaprire e richiedere sostentamenti fino a comprovata fine della pandemia.

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Fase 2: a San Pietro riapre la celebrazione della Santa Messa

Fase 2 anche per i fedeli a San Pietro, dove la basilica vaticana ha riaperto alle celebrazioni. Resta invece transennata la piazza: per l’accesso alla basilica sono stati creati dei corridoi ad hoc.

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Fase 2, riaprono le boutique alta moda a Roma

Il giorno tanto atteso è arrivato: le boutique di alta moda di Roma tornano ad alzare le serrande. Da Chopard a Etro, da Gucci a Luis Vuitton, Chanel, Tiffany e tanti altri. “In questa riapertura c’è tanta speranza” ha spiegato Maria Letizia Rapetti, boutique manager di Chopard e presidente dell’associazione del Babuino, commentando questa ripartenza dopo il blocco dovuto all’emergenza coronavirus

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Fase 2, gli estetisti riaprono ma il futuro fa ancora paura

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“Abbiamo riaperto dopo 69 giorni di chiusura è un po’ come una nuova inaugurazione ma sono molto preccupata per il futuro”. Cinzia De Marchi, 47 anni titolare del centro estetico Glamour Lab nel quartiere Casalotti è contenta di aver finalmente riaperto ma a dominare è la paura: “Ho paura di ciò che mi aspetta, ho perso molti clienti e prima o poi i conti in sospeso con tasse e mutui si dovranno fare. Per quanto riguarda le procedure c’è molta confusione, noi fino a venerdì no sapevamo cosa dovevamo fare. Finché non c’è maggior chiarezza abbiamo deciso di tenere i dipendenti in cassa integrazione per non incappare in qualche multa. La cosa che più mi ha dato fastidio – ha aggiunto – è che molti ci hanno criticato dicendo che se non abbiamo i soldi per due mesi di chiusura vuol dire che abbiamo sbagliato mestiere. E’ assurdo, io ho aperto un anno fa e un monte di debiti da pagare”.

Fase 2, riaprono i circoli sportivi: “Ripartiamo in sicurezza”

Tra le attività che hanno riaperto questa mattina in seguito alle nuove normative previste da governo e regioni per la Fase 2 ci sono anche i circoli sportivi, sebbene solo per le attività individuali. “E’ un grande giorno – ha detto il presidente del Due Ponti Sporting Club di Roma, Emanuele Tornaboni -, poi il 25 riapriremo anche le palestre e le piscine. I campi da tennis sono pieni, c’è massima attenzione con le norme igieniche e sanificazione. Tante piccole novità che ci permettono di ripartire in sicurezza. All’entrata bisogna pulirsi le mani e misuriamo la temperatura a tutti, c’è l’obbligo della mascherina. Gli spogliatoi sono chiusi”. Il direttore tecnico del circolo, Nino Fallo, ha aggiunto: “Oggi ci sono solo i tennisti, con una fascia di età medio-alta. Aspettiamo i ragazzi da lunedì prossimo”

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Coronavirus, bar riaperti a Milano: “Questo primo caffè ha il sapore della libertà”

E’ mattina presto quando Giuseppe del Geb cafè di Milano nel quartiere Isola riapre ai clienti: “Siamo carichi, anche troppo forse. Dopo mesi di privazioni forzate torno alla normalità con molta fiducia”. Anche per i clienti “questo primo caffè ha il sapore di libertà. E’ il caffè più buono che io abbia mai bevuto”, racconta una signora che nella stessa mattina andrà anche dal parrucchiere e riaprirà il suo negozio di abbigliamento. “E’ una mattina di ripartenza, spero che questo incubo sia davvero finito”. Giuseppe è anche tranquillo per la correttezza delle misure di sicurezza adottate: “Inizialmente erano troppo stringenti e impossibili da rispettare, ora invece sono tollerabili. Facciamo afidamento anche sul buon senso della clientela”.

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Fase 2, i fedeli tornano in Duomo per la messa

“Cari fedeli vi abbiamo aspettato tanto. È molto bello ritrovarsi qui per riprendere le celebrazioni”. Con queste parole monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete del Duomo di Milano, ha accolto i fedeli per la prima messa dopo il lockdown. Oltre ai soliti controlli all’ingresso è stata misurata la temperatura. Tutti i fedeli indossavano guanti e mascherina. Sui banchi della cappella gli appositi cartelli segnalano dove ci si può sedere. “Ho pregato tanto a casa e mi sentivo più legata a Dio – racconta una signora -. Adesso però avevo voglia di riprendere la messa perché la presenza fisica serve. È difficile stare lontano dalla chiesa”.

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Coronavirus, riaprono i parrucchieri: “Mi guardi i capelli, ne avevo proprio bisogno”

“Mi guardi un po’ i capelli, vede? Ne avevo proprio bisogno”. Questa è solo una delle testimonianze delle tante clienti che da questa mattina sono in coda, su appuntamento, per tagliare e “riordinare” le chiome. “E’ un piccolo ritorno alla normalità, un gesto minuscolo che significa molto; bisogna però avere attenzione e avere delle precauzioni”, così una signora poco prima di entrare nel salone. Graziella, titolare di Grant Parruchieri a Milano, è “sicura delle norme prese. Non è facile lavorare con mascherina, visiera, disinfettare tutto dopo ogni cliente. Questo però è importante”, conclude Graziella, “perchè non si può dare sicurezza un tanto al chilo, bisogna essere scrupolosi”.

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Fase 2, bambini nei parchi a Milano tra mascherine e distanziamento

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala ha specificato che ci sono delle materie sulle quali lui come altri sindaci hanno dei dubbi. Il principale riguarda la gestione delle aree giochi per bambini nei parchi. “Ce ne sono centinaia in un Comune come Milano, qui il dpcm ci chiede una sanificazione quotidiana e una supervisione costante, ma non è semplice, e su questo tutti i sindaci concordano”. Nel frattempo, però, bimbi e genitori armati di mascherine e nel rispetto del distanziamento sociale tornano nei parchi cittadini.

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Fase 2, mercatari di Torino protestano: “Governo ci ha abbandonati”

“Non ci sentiamo abbandonati, siamo stati abbandonati, che è diverso, qui ci sono i fatti: il Governo ci ha abbandonato, ci ha dato 600 euro. Ma come può una famiglia a vivere con 600 euro? Io ho perso un anno di lavoro – così Giancarlo Nardozzi , rappresentante dei mercatari di Torino, oggi sotto la Prefettura con un flash mob per protestare contro le condizioni di lavoro nella fase 2 del Coronavirus – È un fallimento per tante famiglie. Siamo sotto la Prefettura perché abbiamo bisogno di ritornare a lavorare con una certa normalità. Ci avevano detto di aspettare il 18 maggio, ma a oggi non lavoriamo bene da tre mesi. Però nel dpcm nei centri commerciali si può. La nostra situazione è tragica, una tragedia”

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