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Incatenati davanti i vari ingressi della città universitaria La Sapienza di Roma per condannare gli accordi tra l’ateneo e i colossi Eni e Leonardo Spa. Gli attivisti di Extinction Rebellion si sono dati appuntamento questa mattina presto davanti l’ingresso a Piazzale Aldo Moro, portando con sé cartelli, catene e un piccolo ‘distributore’ Eni con la scritta ‘Fake Green’. “Siamo qui davanti perché la nostra università ha deciso di sfruttare 40 milioni tra Pnrr e tasse universitarie per stipulare contratti di ricerca e dottorato con aziende che inquinano o progettano armi. Per noi questi sono contratti vergognosi e non possono esistere in un’Università libera“, spiega Francesco di Extinction Rebellion. Un’azione che ha coinvolto non solo la Capitale, ma anche altre città italiane.
Francesco ha parlato anche dell’incontro tra gli attivisti di Extinction Rebellion e Roberto Cingolani, il ministro della transizione ecologica. “L’incontro con il ministro Cingolani non è stato soddisfacente, perché lui è stato molto paternalista nei toni. Inoltre, alle parole non sono seguiti molti fatti. La direzione in cui sta andando adesso l’Italia prevede il ritorno al carbone e un uso massiccio dei combustibili fossili, che sono all’origine della crisi in cui ci troviamo. Il nostro Paese sta portando avanti un modello di crescita e sviluppo che non è sostenibile. L’imperativo c’è, ma secondo noi manca la volontà politica. Non vediamo delle azioni concrete e ci chiediamo quando arriveranno“.
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