Dalla zona rossa a quella bianca: cosa si può fare dall’1 marzo

A partire da domani, lunedì 1 marzo, l’Italia cambierà nuovamente colore. Come spiegato da Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali, il sistema a zone di colore rimarrà in vigore anche con il nuovo Dpcm. Inoltre, il cambio per le Regioni, dopo la valutazione della cabina di regia, avverrà sempre il lunedì, e non più il sabato o la domenica.

Anche per questa settimana l’indice Rt è rimasto sotto 1, ma comunque vicinissimo alla soglia di criticità, essendo per la seconda settimana a 0,99. Con il nuovo “cambio di colori” cambieranno anche le regole da seguire su spostamenti, aperture di negozi, bar e ristoranti.

Zona rossa

Da domani Basilicata e Molise passeranno in zona rossa. Oltre al divieto di spostamento su tutto il territorio nazionale, in questa zona non sarà consentito uscire dal Comune e si potrà uscire solo per comprovate esigenze lavorative, di salute o di necessità.

Inoltre, come sempre, rimarranno aperte solo le attività essenziali e bar e ristoranti dovranno rimanere chiusi, ma potranno ovviamente fare servizio d’asporto (fino alle 18 per i bar, alle 22 per i ristoranti) e di consegna a domicilio.

Resterà, e questo vale per tutte le zone, in vigore anche il coprifuoco dalle 22 alle 5. Secondo quanto emerso negli ultimi giorni, inoltre, il coprifuoco sarà mantenuto anche nel nuovo Dpcm, il primo del premier Mario Draghi, che entrerà in vigore il 6 marzo e avrà scadenza 6 aprile.

Nelle zone rosse, inoltre, tutte le scuole, di qualunque grado e ordine, dovranno rimanere chiuse. Questa disposizione varrà anche per le zone ad alto rischio.

Italia in prevalenza arancione: ecco cosa si può e non si può fare

A partire da domani l’Italia sarà prevalentemente arancione. Infatti, sono 10 le Regioni che si troveranno in questa fascia di colore: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lombardia e Marche. Ma anche: Piemonte, Toscana, Province autonome di Trento e Bolzano e Umbria.

Le regole per la zona arancione rimangono, al momento, sempre le stesse. Vietato quindi uscire dal proprio Comune, salvo che per esigenze lavorative, di studio o di necessità.

Sarà inoltre consentito far visita a parenti ed amici in non più di 2 persone non conviventi, con under 14 esclusi dal conteggio.

Anche in zona arancione bar e ristoranti dovranno rimanere chiusi, potendo ovviamente fare servizio d’asporto e consegne, mentre i negozi potranno rimanere aperti.

Zona gialla

Da domani in zona gialla troveremo: Calabria, Friuli Venezia Giulia e Lazio. Ma anche Liguria, ad esclusione di Sanremo, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta e Veneto.

In questa fascia rimarrà sempre vietato lo spostamento verso altre Regioni e il coprifuoco dalle 22 alle 5, ma sarà consentita la visita presso abitazioni private, una volta al giorno e nei limiti di due persone. Inoltre, bar e ristoranti potranno rimanere aperti ed effettuare servizio al tavolo fino alle 18. Anche i negozi, come avviene per la zona arancione, potranno rimanere aperti.

La Sardegna è l’unica Regione in fascia bianca

La Sardegna sarà la prima Regione a passare in zona bianca. “Un grande risultato ottenuto grazie all’impegno di tutti i cittadini sardi, un punto di partenza piuttosto che di arrivo” ha detto Christian Solinas, presidente della Regione.

Nella cosiddetta “area bianca” si andranno a collocare tutte quelle Regioni con uno scenario di rischio basso, quindi di “tipo 1”. In Sardegna quindi, a partire da lunedì 1 marzo, non sarà applicata nessuna delle misure restrittive in vigore nelle altre fasce di colore.

Sull’isola a partire da domani cambieranno gli orari di chiusura di bar e ristoranti. I primi potranno rimanere aperti fino alle21, i secondi fino alle 23. Inoltre, sarà posticipato anche il coprifuoco, che scatterà a partire dalle 23:30.

Sono ancora in corso le trattative sulle riaperture di palestre, piscine, cinema e teatri, per i quali si dovrà attendere ancora qualche giorno.

La zona bianca, come ha voluto ricordare Solinas, non è un “liberi tutti”. Bisogna quindi continuare a mantenere la massima responsabilità perché “da questo risultato può scaturire una ripresa graduale di attività produttive che in questi mesi hanno sofferto danni gravissimi, fiaccando la nostra economia”.

 

 

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