Coronavirus, Fase 2: La Regione Lazio fa il punto sui test sierologici

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La Regione Lazio, attraverso le parole del presidente Nicola Zingaretti, dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato e del direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, ha fatto il punto sulla situazione legata all’emergenza coronavirus sul territorio regionale nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta proprio all’interno dello Spallanzani. Temi salienti sono stati i numeri e le modalità riguardanti i test sierologici e la richiesta di produrre i vaccini in Italia, una volta che sarà possibile la distribuzione.

Zingaretti: “Governo valuti test sierologici nei Lea”

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Nicola Zingaretti si è soffermato su entrambi i temi principali della conferenza stampa, iniziando con la gestione dei test sierologici: “Chiediamo al governo di valutare per il 2020 l’introduzione nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) dei test sierologici, per fare piazza pulita di confusione e speculazioni economiche. Non possiamo creare nuove discriminazioni tra chi può permettersi una verifica e chi non se la può permettere”.

Sui vaccini, il presidente della Regione Lazio ha dichiarato: “La produzione industriale del vaccino deve essere fatta dal sistema industriale italiano e prodotto in Italia. Questa è la garanzia che i cittadini potranno avere accesso alla possibilità del vaccino come un diritto universale. Il vaccino antinfluenzale per gli over 65 deve essere obbligatorio, per consentire una diagnosi veloce per il Covid e ridurre l’inappropriatezza dei ricoveri”.

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Il governatore ha poi rivolto un’appello, rivolgendosi soprattutto ai più giovani, per quanto riguarda l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale: “Alle ragazze e ai ragazzi che possono tornare a frequentare i locali la sera dico: pensate a voi stessi, ai vostri genitori, ai vostri nonni, perché potete essere vettori del virus. Per questo mi auguro che la mascherina, oltre ad essere una protezione, diventi la moda dell’estate. Confido nella creatività italiana. D’altronde le mascherine le dobbiamo tenere, quindi devono diventare un oggetto di uso comune come la cravatta, il foulard, un braccialetto, un piercing”.

D’Amato: “Finora 19.414 test, 9 positivi a tampone”

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L’assessore D’Amato ha poi diffuso i dati relativi ai test sierologici effettuati dalle autorità sanitarie: “Ad oggi sono stati eseguiti 19.414 test sierologici. Di questi la presenza di IgG è stata riscontrata in 422 persone, ossia pari al 2,17%. Era quello che attendevamo, un’incidenza attorno al 3%. I 422 sono stati sottoposti a tampone e 9 sono risultati positivi, cioè erano soggetti asintomatici con virus in corso”.

D’Amato ha sottolineato l’importanza dell’indagine di sieroprevalenza: “Questo sistema ci permetterà di scovare i positivi asintomatici uno per uno. Andremo avanti nei prossimi giorni per raggiungere le 300mila unità.

Ippolito: “Test sierologico non è patente di immunità”

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Il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito, ha approfondito la questione riguardante i test sierologici: “Il test non è una patente di immunità. Significa verificare se si è avuto un contatto con il virus e permetterne il tracciamento. Nei test sierologici fin qui effettuati sono risultati 9 positivi al tampone, significa il 2,2 per cento. Il sistema ha permesso quindi l’identificazione di persone che sono positive: voi direte che è una cifra piccola, ma rapportata su 5 milioni di abitanti del Lazio contribuisce al sistema di tracciabilità del virus”.

“La Regione ha scelto di allargare il campione non per ‘fregare’ il campione nazionale, come ha detto qualche stupido disilluminato, ma per monitorare le forze strategiche del Paese. Quello nazionale mira a monitorare i settori, quindi nessun conflitto” ha poi concluso il dottor Ippolito.

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