Coronavirus, con cura plasma mortalità ridotta dal 15% al 6%

CRONACA (Milano). “All’inizio la mortalità nei pazienti in ventilazione assistita ricoverati in terapia intensiva era tra il 13 e il 20%, circa 15% di media, mentre con la cura con il plasma iperimmune è scesa al 6%”, ha spiegato Fausto Baldanti, direttore unita virologia del San Matteo di Pavia. Lo studio aveva tre obiettivi: diminuzione mortalità a breve in terapia intensiva, il miglioramento dei parametri respiratori e il miglioramento dei parametri legati all’infiammazione, e proprio sul primo obiettivo sono stati raggiunti i risultati più significativi.

“Sono orgoglioso perché presentiamo i risultati di questa sperimentazione portata avanti dal San Matteo di Pavia e di Mantova per la cura con il plasma. Ho parlato con il ministro Speranza il quale mi ha confermato che anche il governo ha dimostrato particolare interesse per proseguire su questa iniziativa. Si accende una speranza per la cura contro il virus”. Così il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana alla presentazione della cura con il plasma iperimmune.

“Da oggi lanciamo la banca del plasma iperummune. Da qui ai prossimi giorni faremo un protocollo per la donazione del sangue e le modalità con cui deve essere fatto partendo dai tanti guariti che abbiamo”: lo ha spiegato l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, spiegando: “Tutte le nostre Asst richiameranno le persone da loro ricoverate affinché vengano a donare il plasma, dopo aver verificato livello immunità”. Presentando la sperimentazione della cura con plasma iperimmune condotta dal Policlinico San Matteo di Pavia con l’Asst di Mantova, Gallera ha spiegato che l’obiettivo è “estendere in maniera ampia la sperimentazione” e quindi, oltre ai malati, “il secondo passo sarà quello dei donatori Avis, in particolar modo nelle aree più colpite, cioè Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona”.

Impostazioni privacy