Campo della Memoria profanato: la discussa storia del cimitero di Nettuno

Quattro tombe aperte da ignoti e addirittura due feretri sottratti. Questo il bilancio di ciò che è avvenuto in quel di Nettuno nella notte tra giovedì e venerdì. Vittima il cosiddetto Campo della Memoria, ossia il locale cimitero militare. La cui particolarità è quella di essere il luogo di eterno riposo di caduti della Repubblica Sociale Italiana. Quella insomma che si costituì nel settembre 1943 su volontà della Germania nazista e sotto la guida di Mussolini.

Chi ha compiuto il blitz al cimitero di Nettuno

Sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri. E, come riferisce ‘Repubblica’, le ipotesi sono le più disparate. I militari della Compagnia di Anzio e del Nucleo Investigativo di Frascati sono a caccia di testimonianze nell’area di Nettuno, ma le prime ricostruzioni già esistono. Si suppone un blitz di gruppi satanisti, alle ricerca di ossa con cui compiere riti esoterici. Ma inevitabilmente non si esclude il movente politico, o di estremisti di destra a caccia di feticci o di esponenti della sinistra antagonista con scopi opposti.

È peraltro opportuno ricordare che quello della notte tra il 9 e il 10 settembre non è il primo assalto al Campo della Memoria di Nettuno. Già il 15 marzo 2013, infatti, ignoti si introdussero all’interno del cimitero militare e portarono via tutte le targhe di bronzo. Qui erano riportati i nomi dei caduti per la patria, tutti ex appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana.

La storia del Campo della Memoria

La storia del Campo della Memoria di Nettuno è tanto breve quanto costellata di problemi e polemiche. Nonostante ricordi militari repubblichini caduti nel 1944 per mano delle forze alleate, la sua costruzione risale al 1991. Aperto ufficialmente il 28 marzo 1993, raccoglie i corpi dei caduti della Xª Flottiglia MAS. Ossia il battaglione che, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre, decise su ordine del comandante Junio Valerio Borghese di proseguire la guerra al fianco della Germania nazista. “Per riscattare l’onore militare dell’Italia, riconquistare la stima della Germania e ricondurre le due nazioni sul piano dell’alleanza“, spiegò lui stesso.

Il Campo della Memoria di Anzio è riconosciuto cimitero di guerra dal 1999, tanto da rientrare nelle cerimonie ufficiali di commemorazione dei caduti. Oggi ospita oltre seicento salme di caduti italiani, tra cui quella del capitano Umberto Bardelli, medaglia d’oro al valor militare della RSI. Quest’ultimo comandò il Battaglione “Barbarigo” sul fronte di Anzio, per poi perire a Ozegna in uno scontro con i partigiani. Qui giunse l’indomani lo stesso Borghese, che invece sopravvisse alla guerra e alla prigione, salvo tentare un golpe di Stato nel 1970. Morto nel 1974 in Spagna, dove era fuggito, ora è sepolto a Roma.

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