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Una vera e propria bomba d’acqua si è abbattuta nelle scorse ore sulla provincia di Brescia. In tutta la zona della Val Camonica, tra Niardo e Braone, mancano ora acqua e gas nelle abitazioni. Gli sfollati sono stati trasferiti nella palestra e nell’oratorio dei due paesi.
Temendo una nuova ondata di maltempo, le ruspe hanno accumulato mucchi di sabbia, terra e massi per provare a liberare la strada principale. Tuttavia la situazione resta critica. La bomba d’acqua ha causato “una colata molto importante del torrente Re“. Lo ha spiegato il direttore della Protezione civile di Brescia, Giovanmaria Tognazzi. Decine di auto sono bloccate dal fango e dai detriti. La Polizia locale ha spiegato: “Si è formata una sacca di acqua e fango a monte del paese. Per ora non è sicuro rientrare e dobbiamo tutti stare fuori dalla case“.
Quaranta persone sono state evacuate per questioni di sicurezza e a causa dell’odore di gas avvertito nel momento più intenso della bomba d’acqua che ha colpito la Val Camonica. Per precauzione sono anche stati fatti evacuare 105 ragazzi ospiti del campo estivo Campo Tres a Ceto, perché le strade di collegamento sono parzialmente interrotte. Le immagini dall’alto riprese da un elicottero dei Vigili del fuoco mostrano la devastazione nelle aree della provincia di Brescia colpite dal maltempo.
La stessa zona fu colpita nel 1987 da un’alluvione, che provocò cinque vittime tra Niardo e Braone. E nella provincia di Brescia si è respirata la sensazione di una storia che si ripete. “Per fortuna questa volta non ci sono state vittime. Gli interventi fatti hanno dato dei risultati“, ha osservato Tognazzi. Ma la paura è stata tanta.
A inquadrare la situazione ci ha pensato Carlo Sacristani, sindaco di Niardo. “A mezzanotte, dopo un’ora di pioggia intensa, abbiamo sentito un grande frastuono. Sembrava un terremoto, era il torrente esondato. Ora qui è un disastro“, ha sottolineato. “Tremava tutto, venivano giù i sassi. Ho sentito ambulanze e Vigili del fuoco. Pensavo a qualche fognatura saltata, invece è uguale all’alluvione del 1987“, hanno spiegato invece gli abitanti del luogo. E per l’alta provincia di Brescia sembra tanto un incubo mai dimenticato che torna a palesarsi.
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