TECNOLOGIA

Il caso antitrust di FTC contro Meta può procedere

Un giudice federale ha stabilito che la causa antitrust rivista dalla Federal Trade Commission contro Meta, precedentemente nota come Facebook, può procedere, chiudendo la richiesta di licenziamento della società di social media.

In precedenza Mark Zuckerberg aveva chiesto a un tribunale di respingere per la seconda volta una denuncia antitrust presentata dalla Federal Trade Commission (FTC). Tuttavia, il giudice James Boasberg ha dichiarato che la causa della FTC deve essere autorizzata a procedere.

In definitiva, nessuno sa se la FTC sarà in grado di dimostrare il suo caso e prevalere su un giudizio sommario e su un processo. La corte rifiuta di impegnarsi in tali speculazioni e conclude semplicemente che, in questa fase di rigetto, le accuse della FTC siano trattate come vere” ha scritto Boasberg, del tribunale distrettuale americano.

La causa di FTC contro Meta

La FTC ha originariamente citato in giudizio Facebook con l‘accusa di aver costituito un vero e proprio monopolio, violando le norme antitrust federali.

L’agenzia ha presentato una denuncia modificata ad agosto, aggiungendo maggiori dettagli sull’accusa che la società di social media avesse adottato una condotta anticoncorrenziale.

L’FTC vuole ora costringere Meta, le cui piattaforme sono utilizzate quotidianamente da 2,8 miliardi di persone in tutto il mondo, a vendere la sua app di condivisione di foto Instagram e il suo servizio di messaggistica WhatsApp. La causa legale rappresenta una delle più grandi sfide che il governo ha lanciato contro un’azienda tecnologica negli ultimi decenni.

Boasberg ha affermato che questa volta la FTC è stata “molto più solida e dettagliata” nel presentare il suo caso. Ha scritto: “L’agenzia ha anche spiegato che Facebook non solo possiede il potere di monopolio, ma ha volontariamente mantenuto quel potere attraverso comportamenti anticoncorrenziali, in particolare le acquisizioni di Instagram e WhatsApp“.

Meta: “Siamo fiduciosi sulla vittoria”

Meta ha sottolineato in una nota la fiducia nella vittoria in tribunale.

Siamo fiduciosi che le prove riveleranno la fondamentale debolezza delle affermazioni. I nostri investimenti in Instagram e WhatsApp li hanno trasformati in quello che sono oggi. Sono stati utili per la concorrenza e per le persone e le aziende che scelgono di utilizzare i nostri prodotti“.

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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