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“L’introduzione del fuorigioco semiautomatico ai Mondiali in Qatar? Tutto quello che aiuta a evitare interpretazioni o soggettività, nello sport, mi vede favorevole“. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine della conferenza scientifica ‘Integrazione degli atleti con differenze nello sviluppo sessuale (DSD) e Transgender nello Sport Olimpico’.
Questa è una delle possibili innovazioni che il calcio potrebbe adottare nei prossimi mesi, dopo le tantissime polemiche dei tempi recenti. Da Malagò arriva quindi un sì, ma con alcune condizioni: “Purché, logicamente, non sia tutto esasperato. In più le tempistiche di attuazione devono essere praticamente quasi automatiche per non snaturare il gioco“.
Ricordiamo che molte volte, nei decenni passati, i Mondiali sono stati l’occasione per innovazioni poi adottate in pianta stabile dal calcio. Tra le altre spiccano i cartellini giallo e rosso per segnalare ammonizioni ed espulsioni, inventati nel 1966. O anche il divieto per i portieri di raccogliere con le mani i retropassaggi dei compagni, introdotto nel 1994. Decisioni che, riprendendo le parole di Malagò, non hanno “snaturato il gioco” ma lo hanno certamente innovato.
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Tema altrettanto caldo è quello degli atleti transgender, su cui Malagò ha detto la sua. “Si deve trovare una soluzione – ha chiaramente affermato –. Chiaro che ci si muove in un contesto molto delicato. La strada da percorrere è stretta, e l’attenzione mediatica molto particolare. A prescindere da qualsiasi aspetto di genere, ci sono due elementi imprescindibili e direi obbligati. Il primo è la salvaguardia dei diritti di ogni persona, dall’altra che tutte le competizioni e i soggetti che ci partecipano devono essere alla pari“.
“Una risposta a questi temi entro Parigi 2024? Assolutamente sì, questa materia sarà costantemente in evoluzione“, ha aggiunto Malagò. Che ha garantito: “Molte federazioni internazionali hanno già adottato una serie di accorgimenti, normative e delibere. Nei prossimi anni ci saranno novità sia dal lato della specificità dei problemi, sia da quello delle norme che lo regolano“.
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