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Romain Grosjean, con un video su Instagram, rassicura tutti sulle sue condizioni di salute dopo il tremendo incidente che l’ha visto protagonista nel Gran Premio del Bahrain di Formula 1. Il pilota è finito infatti al centro di un vero e proprio inferno di fuoco, riuscendo a cavarsela con qualche ustione e un grande spavento
Il pilota della Haas, nato a Ginevra ma che corre con licenza francese, era andato a sbattere contro un muro dopo tre curve dal via della corsa. La sua monoposto era quindi esplosa in una palla di fuoco, spezzandosi in due e facendo temere per il peggio. Ma Grosjean ha avuto l’abilita e la fortuna di abbandonarla con le sue gambe dopo appena 8 secondi dall’impatto e dal conseguente incendio.
Dal letto d’ospedale, tuttavia, il pilota si è detto consapevole della fortuna avuta: “Ciao a tutti, volevo solo dirvi che io sto bene, più o meno bene – sono state infatti le primissime parole di Grosjean –. Grazie mille per i messaggi. Ero contrario all’Halo qualche anno fa, ma credo che sia la cosa migliore che è stata introdotta in Formula 1. Senza Halo non sarei qui a parlarvi. Ringrazio i medici, quelli al circuito e quelli in ospedale. Spero di poter tornare presto a scrivere per aggiornarvi“.
L’Halo, al quale fa esplicito riferimento Grosjean, è quel voluminoso sistema di protezione posto nelle vetture di Formula 1 a partire dalla stagione 2018 e che consiste in una staffa in titanio che circonda la testa del conducente. Il suo principale scopo è quello di proteggere il capo e il collo dei piloti da potenziali urti di qualsiasi tipo: quelli con altre vetture, l’asfalto in caso di cappottamento, le barriere a bordo pista, ma anche eventuali oggetti vaganti in pista (come possibili detriti persi da un’altra monoposto).
La FIA, Federazione Internazionale dell’Automobile, decise di introdurre sistemi di sicurezza di questo tipo in conseguenza dei terribili fatti del Gran Premio del Giappone 2014. Proprio la tragica circostanza di avere il capo esposto, infatti, provocò un assurdo incidente a Jules Bianchi che costò la vita al giovane pilota francese. Bianchi infatti si spense dopo ben nove mesi di coma. Una circostanza che l’Halo, forse, avrebbe potuto evitare. Come nel caso del miracolo avvenuto con Grosjean.
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