Una favola, come spesso si dice nel mondo dello sport con un termine ormai ampiamente abusato. Che però si era tramutata in una immane tragedia. Il tutto nell’arco di appena cinque anni. Ma l’incredibile storia della Chapecoense si arricchisce di un nuovo capitolo, stavolta nuovamente lieto. Che ovviamente non cancella l’infinito dolore per la scomparsa di una squadra di calcio che stava facendo sognare il Brasile e il mondo intero. Ma regala al popolo biancoverde un nuovo motivo per fare festa. In un anno che spunti di questo genere ne ha regalati ben pochi, soprattutto per quella pandemia che anche nel Paese sudamericano ha colpito con grande severità.
La Chapecoense dopo alcuni decenni di attività piuttosto modesta nel calcio brasiliano (mai si era spinta oltre il Campeonato Brasileiro Série C), esplose improvvisamente dal 2012 in poi. Quello l’anno della prima promozione in B, seguita un anno dopo dall’arrivo in A. Ma la parabola ascendente non si era ancora esaurita, con il club dello Stato di Santa Catarina che in Copa Sudamericana si rese protagonista di una straordinaria cavalcata fino alla finale. E alla tragedia.
Proprio durante il viaggio verso la Colombia per affrontare l’Atlético Nacional nell’atto conclusivo della Copa Sudamericana, l’aereo che trasportava la Chapecoense si schiantò al suolo nei pressi di Medellín. Era il 28 novembre 2016. Di 77 persone a bordo, se ne salvarono solo 6: di queste, tre erano calciatori.
La sciagura aerea che cancellò la favola della Chapecoense commosse il mondo, ma il club brasiliano respinse educatamente i possibili pietismi. Ottenuta ad honorem quella Copa Sudamericana, il suo presidente Ivan Tozzo rifiutò una clausola anti retrocessione proposta dalla federazione. Quell’anno arrivò ottava, ma l’anno scorso il ritorno in B è stato inevitabile.
Nel frattempo, però, una nuova gioia. La squadra biancoverde ha battuto per 2-1 il Figueirense e nella prossima stagione sarà di nuovo in A. “Stiamo tornati. Siamo in Serie A! Non è stato semplice arrivare fino a qui. È stata più dura di quanto potessimo immaginare. Con il lavoro, con l’umiltà, con la dedizione, con l’unione e soprattutto con la forza dall’alto, la Chapecoense è riuscita a mantenere la promessa“, ha commentato il club. Che a distanza di oltre quattro anni può di nuovo sorridere, senza mai dimenticare il proprio infinito dolore.
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