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Serie A, Ulivieri: “Nuovo calendario è il più razionale”

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Nell’immediata vigilia dell’ufficializzazione del nuovo calendario di Serie A e, più in generale, a pochi giorni dalla ripartenza del calcio italiano prevista per il 13 e il 14 giugno con le semifinali di ritorno di Coppa Italia e il 20 giugno con il ritorno ufficiale della massima divisione, il presidente dell’Assoallenatori, Renzo Ulivieri, ha parlato delle prospettive che attendono il mondo del pallone dopo tre mesi di stop.

“Calendario? Non si poteva fare diversamente”

“Il nuovo calendario probabilmente è il più razionale – ha detto Ulivieri –. Non potevamo fare diversamente anche perché la data d’inizio non dipende da scelte nostre. Ci saranno tante partite ravvicinate, lo sappiamo, ma sappiamo anche che si tratta di un finale di campionato anomalo“.

I dubbi principali dei critici sono legati alle possibili conseguenze fisiche per i calciatori a causa delle tante partite giocate nei mesi estivi, alcune anche alle 17.15: “Non farei una questione di orari – ha spiegato il presidente dell’Associazione allenatori -. Ci saranno più infortuni, come sta succedendo in altre nazioni. Giocare con il caldo? Andando un po’ più piano, probabilmente, si riuscirà a salvaguardare la parte muscolare”.

Tra le soluzioni approvate c’è quella delle cinque sostituzioni, sul modello di quanto fatto dopo la ripartenza dalla Bundesliga tedesca: “Le cinque sostituzioni sono importanti – ha detto Ulivieri –, vista la situazione credo sia una soluzione giusta. Credo sia anche giusto lasciare all’arbitro la discrezione delle pause per rinfrescarsi, probabilmente si adotterà anche questa soluzione”.

“Senso di responsabilità dietro ogni decisione”

Ulivieri ha concluso parlando della gestione da parte della Serie A e del mondo del calcio italiano in generale rispetto all’emergenza Covid: “Ci siamo attenuti giustamente alle indicazioni del governo, operando su un principio di massima prudenza. Abbiamo dato ascolto a medici e scienziati prima di prendere decisioni. I negazionisti? Li porterei di persona a vedere i morti, sostengono una posizione superficiale non rispettosa delle persone. Noi abbiamo invece gestito il momento con massimo senso di responsabilità“.

Andrea Corti

Nato a Roma nel 1978, dopo essersi dedicato al giornalismo scritto e ad aver pubblicato alcune biografie di personaggi dello sport come Zeman e Zanardi, ormai da anni è ‘sul campo’ con la telecamera in una mano e il microfono nell'altra. Dalle partite di calcio alle consultazioni per la formazione del governo, sempre con passione ed entusiasmo.

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