SPETTACOLO (roma). Poltrone vuote, un silenzio assordante, le luci del palcoscenico spente e qua e là i segni dell’ultima scenografia: il Teatro dell’Opera di Roma da quel Dpcm che ha messo i lucchetti e abbassato le saracinesche a causa del coronavirus. In 140 anni di storia il Teatro non aveva mai dovuto chiudere: non con la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, né con l’influenza Spagnola nel 1918. “Viviamo in un clima di grande incertezza, data dal non sapere quando riusciremo ad aprire e quindi programmare il futuro”, ha spiegato Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma.
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