SCIENZE

Luna, la Nasa ha aperto uno degli ultimi campioni raccolti nel 1972

Durante la missione Apollo 17, svolta nel 1972, gli astronauti coinvolti recuperarono vari campioni di rocce e suolo della Luna. Queste preziose risorse sono rimaste sigillate per decenni, in attesa del momento adatto (e delle tecnologie all’avanguardia) per analizzarle. Nel corso degli ultimi anni, la Nasa ha aperto e analizzato alcuni dei contenitori, ma ne restano ancora alcuni “intonsi”.

I ricercatori hanno aperto uno degli ultimi campioni giovedì 24 marzo, a distanza di 50 anni dal momento in cui è stato raccolto.

I campioni svelano i “segreti” del satellite della Terra

Dopo aver tenuto questo prezioso campione sottovuoto per 50 anni, abbiamo finalmente avuto l’opportunità di scoprire i tesori contenuti al suo interno”, ha dichiarato Thomas Zurbuchen, amministratore associato della Nasa per la missione scientifica.

Foto WikiCommons | Pubblico dominio

Il campione in questione è stato raccolto dagli astronauti Eugene Cernan e Harrison “Jack” Schmitt nel dicembre del 1972. È noto come 73001 e contiene suolo lunare e frammenti di rocce che possono fornire ai ricercatori delle importanti informazioni sulla composizione geologica della Luna. Un altro campione prelevato da Apollo 17 è stato aperto per la prima volta nel 2019, durante il 50esimo anniversario dell’allunaggio.

Alcuni dei campioni prelevati durante le missioni Apollo vennero appositamente lasciati sigillati per permettere alle future generazioni di sfruttare il progresso tecnologico per analizzarli al meglio e ottenere una migliore comprensione della natura del satellite naturale della Terra. “Grazie a queste analisi stiamo ottenendo delle informazioni in più”, ha dichiarato Schmitt in un video condiviso dalla Nasa. L’astronauta e geologo ha aggiunto che l’evoluzione della tecnologia analitica è sempre stata tenuta in considerazione durante le varie missioni Apollo. È anche per questo che i campioni sono arrivati intatti fino a oggi. “Per i ricercatori la missione Apollo non è mai finita”, ha osservato.

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Prima dell’apertura del campione, un team di ricercatori ha usato la tomografia computerizzata per eseguire una scansione 3D del suo interno presso l’Università del Texas di Austin. In questo modo esisterà sempre una “prova” dell’aspetto che aveva il materiale prima di essere estratto e diviso in frammenti di mezzo centimetro.

Foto Pixabay | veverkolog

A febbraio il team aveva aperto con cautela il tubo esterno (che avvolge il cilindro contenente campioni) per raccogliere il gas presente al suo interno.

L’apertura di questo campione potrebbe preparare la Nasa a raccogliere nuovo materiale lunare quando gli astronauti torneranno sulla Luna con la missione Artemis nel corso di questo decennio.

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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