Ambiente

Grindadráp, la caccia tradizionale delle Isole Faroe che fa discutere

Il mare color rosso sangue, i cadaveri dei delfini riversi sulla battigia e le barchette dei cacciatori all’orizzonte. Le immagini raccapriccianti immortalate domenica sulle rive Skalabotnur a Eysturoy alle Isole Faroe stanno facendo il giro del mondo, scatenando l’ira degli ambientalisti e persino di alcune organizzazioni che partecipano alla caccia. Millecinquecento delfini sono stati massacrati durante la tradizionale caccia che da secoli si svolge alle isole Faroe. Questa pratica si chiama Grindadráp e rappresenta per gli isolani delle Faroe un’antica e importante tradizione locale.

Mattanza alle Isole Faroe, 1.500 delfini uccisi

Ma la mattanza avvenuta domenica sembra aver scosso profondamente anche chi alla caccia partecipa da molti anni. Millecinquecento delfini massacrati. Si tratta di un evento senza precedenti, tendendo conto che ogni anno i cacciatori uccidono circa seicento balente e quaranta delfini. Soltanto nel 1940 ne furono uccisi milleduecento. “È stato un grande errore“, ha ammesso il presidente dell’Associazione balenieri delle isole, Olavur Sjurdarberg. Secondo i media locali, la reazione della popolazione è stata “di smarrimento e shock a causa del numero straordinariamente grande” di delfini uccisi. Eppure un sondaggio effettuato dalla tv pubblica Kringvarp Foroya ha rivelato che mentre il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l’80% è favorevole a quella delle balene.

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Grindadráp, che cos’è e in cosa consiste

Ma cos’è esattamente la Grindadráp? Nota come “caccia alla balene“, consiste nel trascinare a riva balene, ma anche varie tipologie di delfini, che qui vengono brutalmente uccisi tramite un taglio lungo la spina dorsale. Per uccidere il mammifero, si utilizza uno speciale coltello, il grindaknívur, che uccide quasi istantaneamente l’animale per evitare che la sofferenza si prolunghi. Ma anche con questo metodo, la morte non è immediata. Dopo l’incisione, la balena può rimanere viva ancora per pochi secondi o minuti.

Caccia alle balene, perché è ancora in uso

Questa pratica è molto antica e affonda le sue radici nella notte dei tempi, quando la balena rappresentava una delle poche risorse di sostentamento per la popolazione locale. Ancora oggi, gli abitanti delle isola Faroe consumano il grasso e la carne delle balene, specialmente in inverno. Qui, a causa del clima freddo, poco soleggiato e ventoso, l’agricoltura fatica a prosperare e la dieta degli isolani è prevalentemente a base di carne salata e cibo essiccato.

La balena, una risorsa importante per le Faroe

La balena rappresenta da sempre una importante e pregiata risorsa cibaria per gli abitanti del Nord Atlantico, come ha ricordato Ólavur Sjúrðaberg, presidente dell’associazione faroese dei cacciatori di balene. “Posso ben capire le forti reazioni che la gente ha nei confronti delle immagini della caccia alla balena nelle Faroe. Ma ogni tipo di carne era prima una creatura vivente che qualcuno ha dovuto uccidere per poterla avere nel piatto. La gente sembra dimenticare questa semplice realtà della vita“, ha spiegato Ólavur Sjúrðaberg.

Linda Pedraglio

Sono nata e cresciuta in un piccolo paese vicino al lago di Como, ma, fra studio e lavoro, ho avuto modo di vivere città diverse: l’Erasmus a Helsinki, gli anni dell’università a Milano, il corso di giornalismo a Firenze. Sogno una piccola casa sul lago, piena di libri, che sono il mio affaccio sul mondo, e un foglio bianco per raccontare quello che osservo. Il mio romanzo del cuore è Anna Karenina. Mi occupo principalmente di libri, arte e cultura.

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