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Variante Omicron, come riconoscerla: i sintomi “insoliti”

In tutto il mondo si teme per l’avanzata della variante Omicron. Dalla sua scoperta in Sudafrica, ha valicato in pochi giorni i confini di diversi continenti, dall’Europa all’Australia. Il primo caso in Italia è un cinquantacinquenne di Caserta, di ritorno da un viaggio di lavoro in Mozambico. Contagiata anche tutta la sua famiglia, inclusi la moglie, due figli piccoli e i due suoceri che vivono con loro. Al momento la famiglia  ha sintomi lievi o inesistenti, la situazione sembrerebbe essere sono controllo. Ma quali sono i nuovi sintomi della variante Omicron? Ne parla, in un’intervista a La Repubblica, la dottoressa sudafricana Angelique Coetzee, che il 18 novembre ha scoperto la nuova variante, poi battezzata “omicron” dall’Oms.

Variante Omicron: quanto è contagiosa

L’Organizzazione mondiale della Sanità precisa che “non è ancora chiaro se Omicron sia più contagiosa rispetto ad altre varianti, inclusa la variante Delta. Il numero di persone risultate positive è aumentato nelle aree del Sud Africa colpite da questa variante, ma sono in corso studi epidemiologici per capire se sia a causa di Omicron o altri fattori“. E “non è ancora chiaro se l’infezione da Omicron causi una malattia più grave rispetto alle infezioni con altre varianti, inclusa Delta“, spiega l’Oms. “I dati preliminari suggeriscono che ci sono tassi crescenti di ospedalizzazione in Sud Africa, ma ciò potrebbe essere dovuto all’aumento del numero complessivo di persone infettate, piuttosto che a un’infezione specifica con Omicron. Al momento non ci sono informazioni che suggeriscano che i sintomi associati a Omicron siano diversi da quelli di altre varianti“.

Come hanno individuato la variante sudafricana

Le persone in Sudafrica che hanno contratto il ceppo Omicron del coronavirus hanno manifestato sintomi “insoliti ma lievi“. Lo riferisce l’associazione medica del Paese, la South African Medical Association (Sama). La presidente dell’Associazione, Angelique Coetzee ha detto che “i pazienti si lamentano principalmente di un corpo dolorante e stanchezza, estrema stanchezza, e lo vediamo nelle giovani generazioni, non nelle persone anziane“. In un’intervista a Repubblica, il medico ha spiegato come e quando ha scoperto la variante Omicron: “Da circa otto settimane non avevamo pazienti Covid. A metà novembre è arrivato un uomo di 33 anni. Presentava dei sintomi lievi ma diversi da tutti quelli che avevo visto fino ad allora. Ho deciso di fare il test perché comunque ci trovavamo davanti a un’infezione virale. Al quarto membro della sua famiglia risultato positivo, con gli stessi sintomi leggeri, mi si è accesa una lampadina – spiega -. È come se si fosse acceso un interruttore. Erano sintomi mai visti prima. Quando anche il quarto famigliare del mio primo paziente è risultato positivo, mi sono detta, qui c’è qualcosa che non va. Ho mandato un messaggio ai miei colleghi della task force, scrivendo: ‘Ehi, qui sta succedendo qualcosa‘. Non è la variante Delta. È diverso“.

Varianti Omicron, quali sono i sintomi

I sintomi sono “stanchezza, mal di testa, prurito in gola, leggero raffreddore. Non coincidevano con quelli della Delta che avevamo visto fino a dieci settimane prima – continua Angelique Coetzee -. Abbiamo deciso di testarli perché erano simili a quelli di un’infezione virale. Finora nessun paziente affetto da Omicron è stato ricoverato. Non abbiamo mai riscontrato effetti gravi. La cosa interessante è che i pazienti con forti dolori alla gola sono poi risultati tutti negativi“. Un altro elemento importante è il vaccino. “Il vaccino lo ha ricevuto meno della metà di quelli esaminati – continua la dottoressa – Ma i sintomi sono molto lievi e sono uguali per entrambi, vaccinati e non“. Inoltre “si sono contagiati solo i membri della famiglia del paziente zero. Gli altri contatti dei casi positivi sono tutti negativi. Potremmo dire che il grado di contagiosità è più o meno simile a quello della variante Delta. Non di più e non troppo severo“. Ma, precisa la dottoressa, “il campione però è troppo limitato per trarre conclusioni“.

Linda Pedraglio

Sono nata e cresciuta in un piccolo paese vicino al lago di Como, ma, fra studio e lavoro, ho avuto modo di vivere città diverse: l’Erasmus a Helsinki, gli anni dell’università a Milano, il corso di giornalismo a Firenze. Sogno una piccola casa sul lago, piena di libri, che sono il mio affaccio sul mondo, e un foglio bianco per raccontare quello che osservo. Il mio romanzo del cuore è Anna Karenina. Mi occupo principalmente di libri, arte e cultura.

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