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Cos’è C.1.2, la variante Covid che arriva dal Sudafrica

Una nuova variante di Covid-19 è stata individuata in Sudafrica. Lo ha comunicato lunedì, 30 agosto, l’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili sudafricano. La variante, denominata C.1.2, è stata rilevata per la prima volta a maggio e adesso è presente in tutte le province del Paese, ma ha un tasso basso, come riportato dal Guardian.

In Sudafrica e nel mondo, però, il ceppo predominante del Covid continua ad essere la variante Delta. C.1.2. ha attirato l’attenzione degli scienziati perché, nonostante il tasso di rilevazione sia basso, possiede mutazioni all’interno del genoma che sono simili ad altre, come ad esempio la variante Delta.

L’Oms non ha inserito la variante C.1.2 tra quelle preoccupanti e di interesse

L’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha ancora inserito la variante C.1.2 tra quelle di interesse o che destano preoccupazione. L’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili sudafricano, nel frattempo, continua a monitorare ed esaminare il comportamento della variante. I test per monitorare l’impatto della mutazione e la resistenza ai vaccini, secondo quanto riportato dal Guardian, sono ancora in corso. Il virus, al momento, non avrebbe soddisfatto i criteri dell’Oms per essere qualificato come “preoccupante” o di “interesse”.

L’allarme da parte dell’istituto nazionale per le malattie trasmissibili, secondo quanto riportato dal Guardian, è stato emesso ha causa di una particolare mutazione della variante C.1.2, Questa, infatti, conterrebbe alcune mutazioni chiave che, come spiegato dalla dottoressa Megan Steain dell’University di Sidney Central Clinical School, sono rilevate anche in quelle varianti considerate dall’Oms preoccupanti e di interesse. “Ogni volta che vediamo queste particolari mutazioni dobbiamo tenerle d’occhio e guardare cosa accade. Queste mutazioni possono influenzare la risposta immunitaria e la trasmissione del virus”.

La nuova mutazione di Covid-19 potrebbe sparire prima di diventare virale

La dottoressa Steain, inoltre, ha spiegato che ci vorrà un po’ di tempo prima che gli scienziati effettuino i test di laboratorio per capire se il virus, in questa nuova forma, possa essere considerato preoccupante. La prevalenza di questa variante, come sottolineato da Steain, è comunque molto bassa. Per questo motivo, questa mutazione di Covid-19 potrebbe anche scomparire prima di diventare più virale della Delta. “C.1.2 dovrebbe essere abbastanza forte e veloce per superare la Delta in queta fase. Ma potrebbe anche estinguersi, perché la prevalenza è molto bassa”.

Abbiamo visto come la variante Beta, e altre preoccupanti, che inizialmente sembravano un problema, non hanno preso piede nel tempo. Queste, infatti, sono superate da altre varianti preoccupati in grado di diffondersi più velocemente. Così, alla fine, si sono essenzialmente estinte” ha spiegato Steain al Guardian.

C.1.2 potrebbe resistere ai vaccini?

Al momento, per quanto riguarda i vaccini, come spiegato dalla dottoressa Steain al Guardian si possono fare solo ipotesi, come avvenuto in precedenza per le altre varianti del Covid. “Fino a quando non verranno fatti degli esperimenti è tutto speculativo”. “Dobbiamo tenere a mente che il vaccino ha retto bene finora. Soprattutto, in termini di prevenzione delle infezioni gravi, dei ricoveri e dei decessi dovuti alla varianti”.

L’istituto nazionale sudafricano per le malattie trasmissibili ha infine detto che la variante C.1.2, sulla base degli studi precedenti, potrebbe essere in grado di eludere parzialmente la risposta immunitaria. Nonostante questo, però, i vaccini “offriranno ancora alti livelli di protezione contro l’ospedalizzazione e la morte.

Redazione

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