La trichinella è un parassita in grado di infettare gli uccelli, i rettili e vari mammiferi, tra cui anche l’uomo. In un primo momento si localizza a livello intestinale, per poi dare origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli, dove si incistano. L’infezione provocata da questi vermi cilindrici (nematodi) si chiama trichinellosi (o trichinosi) e i suoi sintomi nell’uomo possono variare. Talvolta non si manifestano proprio, mentre nei casi più gravi la malattia è caratterizzata da diarrea (che si manifesta nel 40% degli individui infetti), debolezza, sudorazione, dolori muscolari, edemi alla palpebre superiori, fotofobia e febbre. I campanelli d’allarme che aiutano i medici a identificare l’infezione da trichinellosi sono la marcata eosinofilia (fino al 70%), l’aumento degli enzimi muscolari e la leucocitosi (un anormale aumento dei globuli bianchi). La diagnosi può essere confermata da esami sierologici o biopsia muscolare positiva per trichinella.
La trichinellosi non si trasmette da una persona all’altra. L’unico modo per contrarre l’infezione è ingerire della carne cruda o poco cotta contenente le larve di trichinella. Chi vive in Italia deve prestare particolare attenzione alla carne suina (maiale o cinghiale), equina o, in casi più rari, a quella dei carnivori selvatici (come le volpi). Di solito il periodo di incubazione si aggira sugli 8-15 giorni, tuttavia può variare dai 5 ai 45 giorni in base al numero di parassiti introdotti nell’organismo.
Per prevenire l’infezione da trichinella è importante assicurarsi di cuocere bene la carne, così da inattivare o distruggere le eventuali larve presenti. Il suo colore deve virare dal rosa al bruno. È opportuno far esaminare a un veterinario la selvaggina e i maiali macellati a domicilio. Se non si è certi che questo esame sia stato condotto, si consiglia di congelare la carne per almeno un mese a -15° C prima di consumarla. Il congelamento prolungato, infatti, assicura la morte di tutte le eventuali larve di trichinella. Chi alleva i maiali deve assicurarsi che non mangino della carne cruda. Anche la pulizia di tutti gli strumenti usati per la macellazione è essenziale. Infine, bisogna tenere a mente che salatura, essicamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne non garantiscono la morte del parassita.
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