A partire dalla fine di gennaio 2022 saranno disponibili anche in Italia il Molnupiravir e il Paxlovid, le pillole anti Covid prodotte dalle case farmaceutiche Merck e Pfizer. Ad annunciarlo – riporta l’Adnkronos – è stato il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini.
Il dg dell’Aifa è intervenuto in videoconferenza nel corso di un’audizione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato. Per il Molnupiravir (o Lagevrio), ha precisato Magrini, è già arrivata un’analisi preliminare positiva sull’approvvigionamento del farmaco; mentre per la pillola di Pfizer è in corso la valutazione dello studio finale.
Per quanto riguarda la pillola di Merck e Ridgeback Biotherapeutics, l’Ema – l’Agenzia europea del farmaco – indica l’inizio della terapia entro cinque giorni dai primi sintomi. Il paziente dovrà poi prendere il farmaco due volte al giorno per cinque giorni.
Secondo i dati aggiornati di uno studio Move-Out, la cura con le pillole anti Covid di Merck consente una riduzione del 30% del rischio di ricovero o morte. L’efficacia è più bassa rispetto a quella inizialmente comunicata in un precedente studio (48%).
L’Ema consiglia il farmaco per i pazienti in cui il rischio di sviluppare una forma grave della malattia è maggiore ma che non hanno bisogno di ossigeno supplementare. L’utilizzo non è invece raccomandato in gravidanza né per le donne che potrebbero iniziarne una e non utilizzano un contraccettivo efficace.
L’Agenzia europea del farmaco raccomanda inoltre l’interruzione dell’allattamento al seno durante il trattamento e per quattro giorni al termine della terapia. Le donne che potrebbero rimanere incinte devono invece utilizzare un contraccettivo efficace durante la cura e per quattro giorni dopo l’ultima dose del farmaco.
La revisione delle pillole anti Covid della Pfizer da parte del Comitato per i medicinali a uso umano dell’Ema (Chmp) è iniziata alla fine di novembre. Restano ancora da esaminare i dati su qualità e sicurezza del farmaco. Lo studio si basa sul confronto dei pazienti con Covid non ospedalizzati ma a rischio di malattia grave.
Da un lato coloro che hanno assunto il Paxlovid; dall’altro quelli curati con placebo. I risultati preliminari rivelano che il trattamento ha ridotto il rischio di ospedalizzazione o morte rispetto al placebo se la somministrazione del farmaco avviene entro tre o cinque giorni dal manifestarsi dei sintomi.
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