Ogni anno, il 15 settembre si celebra la Giornata mondiale della consapevolezza sul linfoma. Questa ricorrenza è nata per aumentare la consapevolezza nei confronti di questa malattia e aiutare a comprendere l’importanza della ricerca. È promossa dalla Lymphoma Coalition, un’organizzazione no profit che riunisce 83 organizzazioni di pazienti con linfoma, distribuite in 53 Paesi. L’ente ha lo scopo dichiarato di diffondere a livello globale informazioni relative alla patologia e supportare chi ne soffre, permettendo loro di ricevere con maggiore facilità le cure e i sostegni d cui hanno bisogno, tramite la condivisione di risorse, best practices, politiche e procedure.
Un linfoma è un tumore che colpisce i globuli bianchi noti come linfociti, che combattono le infezioni all’interno dell’organismo. Esistono due tipi di questi di queste cellule, identificate con le lettere B e T, e i linfomi possono svilupparsi a partire da entrambe. Mentre i linfociti T regolano il sistema immunitario e combattono le infezioni virali, i linfociti B producono gli anticorpi, necessari per combattere alcune infezioni. Entrambi sono trasportati dal sangue e dai vasi linfatici.
Quando i linfociti diventano cancerosi possono rimanere confinati in un singolo linfonodo o diffondersi in tutto l’organismo.
Esistono due tipi principali di linfoma:
1) Linfoma di Hodgkin
2) Linfoma non-Hodgkin
I secondi più rari rispetto ai linfomi Hodgkin e si dividono in numerosi sottotipi.
Gli esperti non sono ancora riusciti a chiarire del tutto le cause di questo tipo di tumore. Per ora è noto che un linfoma non-Hodgkin si origina quando l’organismo produce un eccesso di linfociti anomali, a causa di una serie di mutazioni genetiche acquisite. In circostanze normali, i linfociti più vecchi muoiono e lasciano il posto a delle cellule più giovani. Quando queste cellule sono malate, il ricambio generale non si verifica. I linfociti non muoiono, ma continuano a crescere e replicarsi, accumulandosi negli organi del sistema linfatico.
In alcuni casi, i linfomi possono essere asintomatici, soprattutto nella fase iniziale, ma in altre circostanze sono accompagnati da segni e sintomi che aiutano a identificarli. Tra questi è possibile elencare un ingrossamento non dolente dei linfonodi di collo, ascelle o inguine; spossatezza; tosse persistente o difficoltà respiratorie; febbre e sudorazione notturna; perdita di peso.
La presenza di questi sintomi può permettere a un esperto di diagnosticare senza troppi problemi un linfoma. In altre circostanze la diagnosi può richiedere vari test, tra cui esami del sangue e delle urine; biopsia linfonodale; indagini radiologiche; biopsia osteomidollare.
I possibili trattamenti variano in base al tipo del linfoma, all’età del paziente, alle condizioni di salute generali e alle eventuali comorbidità. Talvolta, nel caso dei linfomi non-Hodking a progressione lenta l’unica strategia possibile è il monitoraggio costante, dato che la malattia può restare asintomatica per molti anni e non causare alcun problema a chi ne è affetto. Il trattamento dei linfomi è basato sulla combinazione tra diversi chemioterapici, la radioterapia e l’immunoterapia. In alcuni casi può anche rendersi necessario il trapianto di cellule staminali.
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